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Opera d'arte L'aratro di Davide Calandra (Torino 1856 - 1915), a Roma

L'opera d'arte L'aratro di Davide Calandra (Torino 1856 - 1915), - codice 12 00488754 di Davide Calandra (Torino 1856 - 1915), si trova nel comune di Roma, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131
immagine - immagine non disponibile -
bene culturalescultura, opera isolata
titoloL'aratro
tipo schedaOA_2.00
codice univoco12 00488754
localizzazioneRM, Romaviale Belle Arti 131
contenitorepalazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131
datazioneXIX ; 1888 (ca.) - 1888 (ca.) [bibliografia]
autoreDavide Calandra (Torino 1856 - 1915),
materia tecnicabronzo
misurealt. 66, largh. 153, prof. 48,
condizione giuridicaproprietà Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
notizie storico-criticheDi agiata famiglia borghese, Davide Calandra, terminati gli studi di scultura all'Accademia Albertina sotto la guida di Tabacchi e Balzico, si distingue presto grazie ad alcune opere di ispirazione letteraria, tra cui Le veglie di Penelope, presentata all'Esposizione di Torino del 1880, che, ben accolta dalla critica, gli procura subito diverse commissioni. Successivamente si arruola volontario in cavalleria nel reggimento di Savoia, esperienza che contribuirà in maniera notevole ad orientare le sue scelte artistiche verso una scultura a carattere prevalentemente storico e monumentale.L'aratro, nota anche come Il primo solco, appartiene invece ad una fase giovanile di momentanea adesione ad un verismo mondano, di tipo scapigliato, con opere prima d'ispirazione letteraria e poi a carattere campestre. Per la prima volta nella produzione dell'artista, la vita dei campi, veniva introdotta nelle tematiche delle sue opere ma più che un'adesione effettiva al vero si trattò di un aggiornamento stilistico antiromantico, analogo alle scelte del fratello letterato Edoardo. L'opera - insieme al contemporaneo Attraverso i campi (1889, Savigliano, Gipsoteca Calandra), anche noto come La contadina o La carriola - è caratterizzata da un'attenzione per la vita contadina ispirata alle scene quotidiane della campagna saviglianese. Viene esposta per la prima volta alla Mostra della Società Promotrice di Belle Arti di Torino nel 1888, poi nel 1891 a Brera e infine all'Esposizione Nazionale di Palermo del 1891-92, dove viene acquistata per le collezioni nazionali. L'artista dal verismo "scapigliato" di questa fase sarebbe passato successivamente ad un simbolismo di più alte ambizioni con la grande scultura monumentale celebrativa, caratterizzata da un attento studio dei particolari, che lo rese uno dei più affermati scultori dell'epoca, realizzando importanti opere pubbliche sia a livello nazionale che fuori dai confini.
bibliografiaEsposizione Triennale di Brera( 1891)p.9; Esposizione Nazionale di Palermo( 1891)p.44; Natura e Arte( 1891)I, p.493; A. Ferrero( 1893)pp.17, 19; R. Willard( 1898)p.243; E. Thovez( 1902)pp.326, 333, 336; L. Callari( 1911)V, p.371; C. Ricci( 1916)p.25; Espo
definizionescultura
regioneLazio
provinciaRoma
comuneRoma
indirizzoviale Belle Arti 131
ente schedatoreS51
ente competenteS51
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Borghese D.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Onnis F.; Funzionario responsabile: Piantoni G.Frezzotti S.; Aggiornamento-revisione: (2011);
anno creazione1995; 2011
anno modifica2011
latitudine41.916344
longitudine12.482229

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