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Opera d'arte L'aratura di Pittara Carlo (Torino, 1836 - Rivara Canavese (To) 1891), a Roma

L'opera d'arte L'aratura di Pittara Carlo (Torino, 1836 - Rivara Canavese (To) 1891), - codice 12 00826938 di Pittara Carlo (Torino, 1836 - Rivara Canavese (To) 1891), si trova nel comune di Roma, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131, Deposito presso Accademia di Belle Arti di Ravenna
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bene culturaledipinto, opera isolata
titoloL'aratura
soggettoscena di genere
tipo schedaOA_2.00
codice univoco12 00826938
localizzazioneRM, Romaviale Belle Arti 131
contenitorepalazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131, Deposito presso Accademia di Belle Arti di Ravenna
datazioneXIX ; 1870 (ca.) - 1870 (ca.) [bibliografia]
autorePittara Carlo (Torino, 1836 - Rivara Canavese (To) 1891),
materia tecnicaolio su tela
misurealt. 200, largh. 302,
condizione giuridicaproprietà Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
notizie storico-criticheFormatosi all'Accademia Albertina di Torino, Pittara si perfeziona prima a Ginevra con Charles Humbert, pittore specializzato nel disegno di animali e poi a Parigi con Constant Troyon, paesaggista della scuola di Barbizon. Dal 1860 lavora stabilmente a Rivara, dove diventa uno dei fondatori e dei maggiori animatori della cosiddetta scuola di Rivara, formata da un gruppo di artisti che si ritrovano ogni estate, tra il 1866 e il 1876, nella località del Canavese, a dipingere en plein air, rappresentando dal vero paesaggi e animali. La scuola, priva comunque di intenti programmatici e risultati omogenei, si proponeva principalmente di ispirarsi al vero naturale, in un atteggiamento anti-accademico di rottura con il paesaggismo romantico. La produzione dell'artista degli anni Sessanta risente difatti fortemente del naturalismo d'oltralpe della metà dell'ottocento (Jean-François Millet, i paesisti di Barbizon, Courbet) con cui era entrato in contatto a Parigi, come testimoniano opere quali Imposte anticipate (1865; Torino Galleria d'Arte Moderna), Viatico (1866; ibidem) e il presente L'aratura, caratterizzate da un'impostazione solenne e austera della rappresentazione della vita dei campi. Quest'ultimo fu presentato all'Esposizione di Parma del 1870 come Sistema infallibile per ristorare le finanze italiane, titolo dichiaratamente polemico e allusivo all'implicazione politico sociale della scena, per diventare poi L'aratro in Piemonte alle Esposizioni Universali di Vienna (1873) e di Parigi (1878), dove pure fu esposto. Realizzato verosimilmente a ridosso dell'Esposizione di Parma, ove era stato premiato con la medaglia d'oro, il dipinto fu poi giudicato positivamente da Rondani ("sono due uomini e due buoi disegnati da maestro qual è Pittara", Rondani 1874, p. 87), ed ebbe apprezzamenti anche da Diego Martelli: "In questo grande quadro, sobrio ed elegante, noi ritroviamo quello che desidereremmo vedere in tutti: la serietà del proposito ed il disprezzo del giudizio della gente volgare" (Martelli 1952, p.76).
altra localizzazionedeposito: Ra, Ravenna
bibliografiaA. Rondani( 1874)p.87; E. Castelnuovo (a cura di)( 1991)pp. 72, 967, tav.88; N. Marchioni( 2004)127-128
definizionedipinto
regioneLazio
provinciaRoma
comuneRoma
indirizzoviale Belle Arti 131
ente schedatoreS51
ente competenteS51
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Bertozzi F.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Onnis F.; Funzionario responsabile: Piantoni G.Frezzotti S.; Aggiornamento-revisione: (2011);
anno creazione1995; 2011
anno modifica2011
latitudine41.916344
longitudine12.482229

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