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Opera d'arte L'entrata di Carlo VIII a Firenze di Bezzuoli Giuseppe (1784/ 1855), a Firenze

L'opera d'arte L'entrata di Carlo VIII a Firenze di Bezzuoli Giuseppe (1784/ 1855), - codice 09 00158809 di Bezzuoli Giuseppe (1784/ 1855), si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, P.zza Pitti, 1, Galleria d'Arte Moderna, sala 5
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bene culturaledipinto
titoloL'entrata di Carlo VIII a Firenze
soggettoingresso di Carlo VIII a Firenze
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00158809
localizzazioneItalia, Toscana, FI, FirenzeP.zza Pitti, 1
contenitorepalazzo, statale, Palazzo Pitti, Palazzo Pitti, P.zza Pitti, 1, Galleria d'Arte Moderna, sala 5
datazionesec. XIX ; 1827 - 1829 [data; bibliografia]
autoreBezzuoli Giuseppe (1784/ 1855),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm, alt. 390, largh. 596,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiNR (recupero pregresso)Soggetti profani: ingresso di Carlo VIII a Firenze. Personaggi: Carlo VIII re di Francia; Giuliano della Rovere cardinale; Niccolò Machiavelli; Pier Capponi; Girolamo Savonarola; Francesco Valori. Figure: generali francesi; vescovo; soldati; clero; popolo; uomini; donne; bambini. Animali: cavalli; cane. Architetture: Firenze: Porta San Frediano. Costruzioni: case. Armi: lance; spade. Oggetti: bandiere.
notizie storico-criticheIl dipinto, raffigurante l'ingresso di Carlo VIII in Firenze il 17 novembre 1494, fu commissionato a Bezzuoli dal Granduca Leopoldo II tramite il Ramirez di Montalvo nel luglio 1827 (Cultura neoclassica 1972, p. 140). Il prezzo stabilito per l'esecuzione era di mille scudi, con un anticipo iniziale di cento zecchini per l'acquisto dei materiali. In seguito Bezzuoli ricevette un secondo anticipo di cinquanta zecchini nel gennaio del 1828, un terzo di cento zecchini nel maggio dello stesso anno ed un ultimo nel gennaio 1829, quando l'opera era quasi terminata. Nel giugno dello stesso anno viene ordinata la cornice del dipinto, che venne pagata complessivamente 2.170 lire. Nell'ottobre del 1829 il quadro era terminato e, dopo essere stato esposto all'Accademia, venne collocato su suggerimento del Ramirez di Montalvo a Palazzo Pitti, nella seconda stanza del quartiere delle Stoffe, di cui venne per l'occasione rifatto il parato (A.G.F., II CONS., 1828-1829, 2). Documentato ancora a Palazzo Pitti nel 1838 "in una stanza dello appartamento terreno" e nel 1842 (A.S.F., I. e R. Corte, 1416, n. 14574; A.G.F., VII CONS., 8), nel 1853 il dipinto viene trasferito nel Palazzo della Crocetta (A.S.F., I. e R. Corte 1532, n. 71, n. 8018), dove rimase circa un decennio fino alla sua collocazione nella Galleria dell'Accademia, dove è documentato dal 1869 in poi. Bezzuoli eseguì questo dipinto su una tela fatta venire appositamente da Roma ed ottenne uno stanzone all'Ospedale degli Innocenti per poter lavorare in comodità. Sulle varie fasi di elaborazione del quadro ci documentano alcune lettere del Ramirez di Montalvo, che nel gennaio 1828 informa la segreteria di corte della "moltitudine di studi fatti dal vero, di teste d'uomini, di cavalli, di vestiture..." eseguiti dal pittore e, un anno dopo, fa riferimento alle forti spese sostenute da quest'ultimo. Una parte dei disegni preparatori eseguiti per il dipinto è conservata presso i discendenti dell'artista (Cultura neoclassica 1972); il G.D.S. degli Uffizi ne conserva cinque. Sul soggetto, liberamente scelto dal pittore, ci documenta lo stesso artista in un opuscolo pubblicato in occasione dell'esposizione del quadro appena terminato nella Galleria dell'Accademia (G. Bezzoli 1829, pp. 3-8), o l'ancor più dettagliata descrizione del Raggi, che suggerisce fra le più probabili fonti del pittore il Guicciardini (Raggi, 1835, pp. 41-44) o infine una lettera a Francesco Inghirami dello stesso anno (Palagi 1875, pp. 17-19). L'intento di Bezzuoli era di saper dosare nelle giuste proporzioni verità storica e fantasia. Il risultato è una composizione elaborata, affollata di personaggi e ricca di particolari, che mutua dal contemporaneo romanzo storico la medesima tecnica narrativa. Probabili fonti figurative del dipinto sono state, come suggerisce Dandolo (1863, pp. 153-154), "L'entrata di Enrico IV a Parigi" di Gérard (Versailles) e "L'ingresso di Carlo V a Parigi" di Ingres (Dandolo 1863; De Grada 1972). Il dipinto fu presente a due mostre nella Galleria dell'Accademia, nel 1829 e nel 1831, e all'Esposizione Italiana del 1861 a Firenze (Catalogo Illustrativo, 1861, p. 61, n. 900; Catalogo Ufficiale, 1861, p. 208, n. 4853). Considerato generalmente il capolavoro di Bezzuoli, il dipinto ebbe molto successo negli anni immediatamente successivi la sua esecuzione fino a circa la metà del secolo. Dopo questo momento la critica si orienta generalmente verso un giudizio negativo.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze; luogo di provenienza: Toscana, FI, Firenze
bibliografiaMissirini M.( 1836)p. 13; Vita opere( 1855)p. 23; Esposizione italiana( 1861)p. 208, n. 4853; Macciò D.( 1912)p. 13; Maltese C.( 1960)p. 139; Cultura neoclassica( 1972)pp. 140-141, n. 22; Romanticismo storico( 1974)p. 74; Pittura Italia( 1991)v. I, pp. 30
definizionedipinto
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzoP.zza Pitti, 1
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Bon Valsassina C.; Funzionario responsabile: Meloni S.; Trascrizione per informatizzazione: ARTPAST/ Caldini R. (2006); Aggiornamento-revisione: Bietoletti S. (1989), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); ARTPAST/ Caldini R.
anno creazione1977
anno modifica1989; 2006
latitudine43.779926
longitudine11.245030

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