notizie storico-critiche | Formatosi all'Accademia di Belle Arti di Napoli con Giuseppe Mancinelli, Giovanni Salomone e Biagio Molinari, si lega presto al gruppo di pittori facenti capo a Filippo Palizzi, di cui è allievo. Ottiene in seguito un pensionato artistico di due anni a Firenze (1868 - 1869), dove entra in contatto con il gruppo dei Macchiaioli, le cui novità tecniche e pittoriche lo avvicinano al naturalismo contemporaneo, e poi nel 1870 a Roma, dove approfondisce l'arte di alcuni tra i maggiori artisti del Seicento, da Caravaggio a Guido Reni. Le sue opere d'esordio sono legate a temi storici, a personaggi del passato e alla pittura di genere ma è negli anni ottanta che l'artista volge il suo interesse verso le vicende contemporanee, alla storia intesa come fonte di verità assoluta, al singolo individuo: elementi di matrice idealista scaturiti anche dalle letture e dai colloqui con Bertrando Spaventa, profondo conoscitore del pensiero hegeliano. L'erede, presentata all'Esposizione di Milano del 1881 (n.1392), segna definitivamente la scelta dell'artista per un'arte a forte contenuto morale ed educativo, incentrata sui temi della fatica e del dolore delle classi più umili, rendendo l'artista uno dei più significativi fautori della pittura di verismo sociale che negli ultimi due decenni dell'Ottocento ebbe la sua diffusione in Italia parallelamente a quanto avveniva in scultura e in letteratura. Egli stesso presentava così la sua opera: "Eccovi l'Erede! Erede di che? Di lavoro, di sofferenza, di miseria, ma che in sé contiene il germe delle grandi riforme sociali... semplice e pura manifestazione di un vero che mi circonda" (Della Rocca 1883, pp. 136-139). La scena è resa con un efficace linguaggio veristico nel puntuale descrittivismo della misera stanza in cui al centro giace a terra il corpo privo di vita dell'uomo, e con una forte connotazione drammatica determinata dal tetro colorismo e dai forti effetti di luce e di ombra. Nella vasta letteratura critica sull'opera i personaggi di Patini sono spesso considerati più come vittime rassegnate alla loro misera sorte, che come ribelli. L'opera fu presentata all'Esposizione di Milano del 1881 (n.1392) e successivamente a quella di Torino del 1884 (sala XII, n. 20), dove fu acquistato per le collezioni della Galleria. Il grande successo ottenuto dall'Erede indusse Patini a replicare l'opera più volte con varianti minime, fino all'ultima versione datata al 1906 (Napoli, Accademia di Belle Arti), con alcune varianti rispetto all'originale. (cambia , è uguale alla scheda)I successivi dipinti Vanga e latte (1884, Ministero dell'Agricoltura) e Bestie da Soma (1887, L'Aquila, Amministrazione Provinciale) completavano, con L'erede, la trilogia dedicata dal pittore a illustrare, con un linguaggio rigorosamente verista, le drammatiche condizioni di vita delle popolazioni rurali del meridione. |