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Opera d'arte L'uomo col libro a Torino

L'opera d'arte L'uomo col libro - codice 01 00350754 si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
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bene culturaledipinto
titoloL'uomo col libro
soggettoritratto d'uomo
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00350754
localizzazioneITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86
contenitorepalazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
datazionesecc. XV/ XVI fine/ inizio; 1475 (post) - 1510 (ante) [analisi stilistica; bibliografia]
ambito culturaleambito veneziano(analisi stilistica; bibliografia)
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurecm, alt. 71, largh. 59,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiSupporto rinforzato con due traverse orizzontali fisse. Cornice in legno intagliato e dipinto con decorazioni a racemi dorate.Ritratto d'ignoto con occhi chiari. Moda: Berretto. Oggetti: libro; fiore (rosa).
notizie storico-criticheProviene dal nucleo collezionistico dell’avvocato Riccardo Gualino. Dopo essere stato acquisito dalla Galleria Sabauda, nel 1933 transitò temporaneamente nella sede londinese dell’Ambasciata italiana dove rimase esposto in un ambiente attiguo alla sala da ballo (Dagli ori antichi, 1982). Prima però di essere acquistato dal collezionista torinese il dipinto era stato sottoposto dal restauratore Podio di Bologna a un intervento volto a renderlo simile alle opere di Antonello da Messina. Si spiegherebbero così le puntinature presenti sul viso e sull’abito del personaggio che avevano lo scopo d’imitare la tecnica utilizzata dal maestro siciliano (Gabrielli, 1971). Meno compromesse e stilisticamente più genuine sembrano invece le mani e il parapetto di marmo screziato, su cui sono posati il libro e il fiore di colore chiaro. Tale operazione di maquillage ha inevitabilmente condotto a notevoli difficoltà attributive, che non hanno ancora trovato risposte soddisfacenti. Per l’appunto Adolfo Venturi (1923) lo legava alla fase giovanile di Antonello pur sottolineando il taglio inedito del ritratto - invece più frequente nei fiamminghi da Van Eyck a Roger van der Weyden - e l’inconsueta sopraelevazione della figura, che sparì presto nella sua arte lasciando il posto a immagini tagliate poco sotto le spalle e non a mezzo busto. Di fatto però rimaneva incantato dalla “rara raffinatezza psicologica, da un’aspirazione profonda”, sottolineata dal pallore dell’effigiato che spicca “nel lutto delle vesti nere”, dall’intensità del “volto scarno, le labbra scolorite, l’occhio affaticato”, capaci di comunicare “un’impressionante tristezza, senza limiti, e rassegnata ad un tempo” (Venturi, 1926, p. 92). A partire da una nota inventariale di Gamba che lo spostava verso Antonello de Saliba, le opinioni della critica successiva si espressero dapprima in direzione di un generico maestro veneto del XV secolo in occasione di una mostra romana del 1945 (cfr. Carità, 1947), poi di Alvise Vivarini (Bottari, 1947-50; 1953) e del cosiddetto “Maestro della Presentazione al Tempio” della chiesa veneziana di San Zaccaria (Heinemann, 1962) e infine del veronese Francesco Bonsignore a parere della Gabrielli su segnalazione orale di Giuseppe Fiocco (1971). Laut (1923 e 1933), invece, non proponeva un nome preciso ma fuori dal coro avanzava decisamente la cronologia sino ai primi del XVI secolo. In effetti il taglio compositivo scelto è difficile da motivare prima dell’avvento del Cinquecento e al di fuori del contesto veneziano. Più recentemente Andrea G. De Marchi (2001), ricordando un aneddoto narratogli da Federico Zeri, riferisce che per ricreare il dipinto semidistrutto, ridotto ormai al livello del solo supporto antico, Podio avesse fatto posare suo figlio. Tale notizia scoraggerebbe naturalmente la possibilità di dare un nome all’effigiato, nel quale tuttavia una preziosa segnalazione orale di Gianni Peretti non esclude la possibilità di riconoscervi lo stesso personaggio ritratto da Jacometto Veneziano in un dipinto già di collezione Kress e oggi conservato al museo di Miami (Shapley, 1968, p. 48 cat. K2072).
altra localizzazioneluogo di provenienza: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di esposizione: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di deposito: ITALIA, Piemonte, TO, Moncalieri
altre attribuzioniambito veneto seconda metà sec. XVambito veronese fine sec. XVAntonio di Giovanni de Antonio detto Antonello da MessinaBonsignore FrancescoMaestro della Presentazione al TempioVivarini Alvise
bibliografiaLaut, Johann( 1923)p. VIII; Venturi, Adolfo( 1923)p. 126; Venturi, Lionello( 1926)tav. XXIV; Venturi, Adolfo( 1926)pp. 91-92; Suida, Wilhelm( 1927)p. 694; Venturi, Adolfo( 1927)pp. 222-223; Brizio, Anna Maria( 1928)pp. 132, 136; Venturi, Lionello( 1928)ta
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzovia XX Settembre, 86
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Accornero, Chiara; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithMoratti, Valeria
anno creazione2012
latitudine45.073139
longitudine7.684548

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