dati analitici | In primo piano è rappresentata una spianata, in ombra, dalla quale affiorano appena alcuni massi, posti sulla destra, quasi del tutto ricoperti da spessa neve. La distesa bianca, sulla destra, in prossimità di essi è puntaggiata dalla presenza di numerosi alberi spogli. Sullo sfondo, a sinistra, una valle punteggiata da un bosco di abeti dietro ai quali affiorano i tetti spioventi di alcune baite. Sulla destra taglia la scena un'alta pendice montuosa, parzialmente illuminata dal sole e priva di neve. Chiude il fondale del dipinto un'alta montagna colpita dal sole sulla quale si stà parzialmente sciogliendo la neve. La sommità del monte è parzialmente coperta da nubi che velano il cielo azzurro. La tela è posta entro cornice di profilo e luce rettangolare. Battuta liscia; tipologia a cassetta. Fascia interna, più ampia, ed esterna, modinate e dorate, fascia mediana nera liscia. Sul retro, in alto, gancio metallico per sospensione.Soggetti profani. Paesaggi: paesaggio montano: cielo; nubi; rocce. Fenomeni metereologici: neve. Costruzioni: baite. Piante: alberi. |
notizie storico-critiche | Il dipinto venne acquistato per L. 1200, unitamente ad altre opere, secondo una politica di promozione degli artisti locali intrapresa dalla Provincia di Torino a partire dal quarto decennio del Novecento, all'Esposizione della Promotrice di Torino del 1940 all'Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti del 1940, 12° Esposizione del Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle Arti in Torino, catalogo della mostra (Torino, Palazzo della Società Promotrice, maggio-giugno 1940), Torino, 1940, p. 45, n. 205. L'autore (Torino, 1890-Forno Alpi Graie/ TO, 1956), formatosi all'Accademia Albertina con Pier Celestino Gilardi, esordì all'Esposizione Nazionale del 1898, partecipando ai principali eventi espositivi dell'inizio del secolo e dedicandosi al ritratto, con il quale ottenne un importante riconoscimento alla Biennale di Venezia, e alla natura morta. A seguito dei postumi di una malattia polmonare, contratta durante la prima guerra mondiale, dovette lungamente soggiornare a Forno Alpi Graie, i cui scorci costituiscono un tema costante nella produzione del pittore, non esente dalla lezione del paesaggismo piemontese di fine Ottocento, contraddistinta dalla rapidità della pennellata abbinata ad una costante attenzione all'adesione al vero. Molto apprezzate furono le sue vedute invernali, osservate all'alba e al tramonto, sotto particolari vibrazioni luminose, come nel caso in esame, nelle quali emerge una particolare fusione cromatica. Bibliografia di riferimento: G.L. Marini, Giuseppe Sobrile, in Mostre "Personali" Maggio 1973, catalogo della mostra (Torino, palazzo della Società Promotrice delle Belle Arti), Torino, 1973, s.p.; R. Maggio Serra-R. Passoni (a cura di), Premio Nazionale di Pittura "Giuseppe Sobrile", catalogo della mostra (Torino, Mole Antonelliana, 16 gennaio-8 febbraio 1992), Torino, 1992, pp. 11-16, 31-32; E. Bellini, Pittori Piemontesi dell'Ottocento e del primo Novecento dalle Promotrici torinesi, Torino, 1998, p. 388 (con quotazioni di mercato). La cornice, sia per la tipologia, estremamente semplice, sia per la presenza sul retro di etichette inventariali dell'Ente e dell'esposizione alla Promotrice, è da considerarsi coeva al dipinto. |