notizie storico-critiche | Il dipinto, documentato fin dal 1927 nella Galleria verde, giunse ad Agliè nel 1913 dalla Villa ducale di Stresa, nel cui inventario del 1890 è registrato in una camera al piano terreno della Palazzina. La dimora sul lago Maggiore era stata acquistata nel 1878 duchessa Elisabetta di Sassonia, moglie di Ferdinando, e fu ceduta proprio nel 1913.Il dipinto è firmato da Bartolomeo Giuliano (Susa 15 agosto 1825 - Milano 12 aprile 1909). Allievo di Biscarra e Arienti all'Accademia Albertina e assistente di Gamba dal 1855, partecipò agli eventi espositivi organizzati dalle Società Promotrici di Torino e Genova, con oltre duecento dipinti dal 1846 al 1905, dal Circolo degli artisti dal 1863 al 1872 e alle Biennali di Venezia nel 1895 e nel 1897 (cfr. Eraldo Bellini, "Pittori piemontesi dell'Ottocento e del primo Novecento", Torino 1998, pp. 213-215; Piergiorgio Dragone, "Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1830-1865", Torino 2001, pp. 345-346 di Mascia A.). Nel 1851 espose "Gli esuli italiani che piangono la patria perduta" e nel 1854 alcune vedute di Susa e La Spezia, che testimoniano l'aderenza del pittore nella fase iniziale della carriera alla pittura di storia e di paesaggio d'ispirazione romantica. Nel 1861 si trasferì a Milano, dove espose alla Promotrice la "Parisina" acquistata dal Municipio ed ottenne un grande successo come paesista, diventando uno dei più apprezzati della scuola lombarda degli anni Ottanta. Insegnò fino al 1883 all'Accademia di Brera, nel cui museo si conservano alcune sue opere (cfr. "Pinacoteca di Brera. Dipinti dell'Ottocento e del Novecento. Collezioni dell'Accademia e della Pinacoteca", Milano 1993, v. I pp. 293-296 cat. n. 324 e 325 di A. Casassa), ed altri dipinti si trovano nelle Gallerie d'arte moderna di Torino, di Milano e nella Reggia di Capodimonte. La tela in esame, che raffigura una giovane donna con falcetto e fascio d'erba con grano, rispecchia l'evoluzione compiuta dall'autore, avvicinatosi "ad un tipo di pittura di storia più aneddotico e rispondente alle attese di un pubblico borghese" con "scene di vita contemporanea" (cfr. scheda redatta da F. P. Rusconi per il "Dizionario biografico degli italiani", vol. 56, Roma 2001, pp. 776-777). La famiglia reale e la Duchessa Elisabetta risultano tra gli acquirenti di opere del Giuliano alle pubbliche mostre, come testimoniano alcuni documenti amministrativi e la presenza nel castello di Agliè di un altro dipinto del pittore, nella sala n. 33 al secondo piano nobile, intitolato "La fidanzata" e anch'esso proveniente da Stresa. Il dipinto reca la data 1866, come indica anche Edith Gabrielli (cfr. Edith Gabrielli, "Le decorazioni e gli arredi" in D. Biancolini - E. Gabrielli, "Il Castello di Agliè. Gli Appartamenti e le Collezioni", Torino 2001, p. 63), ed è verosimilmente identificabile con "La mietitrice", variante della "Falciatrice romana" censita nell'inventario del 1890, presentata dal Giuliano alla mostra della Società Promotrice di Genova in quell'anno (cfr. catalogo della mostra, Genova 1866, p. 17, cat. n. 133 £. 600 sala 4). Una replica del soggetto fu esposta sempre a Genova nel 1881 (cfr. catalogo della mostra, Genova 1881, p. 20 cat. n. 272 £. 450 sala 5 ). Ulteriori notizie sull'autore si trovano nelle voci biografiche di M. M. Lamberti in E. Castelnuovo-M. Rosci, a cura di, "Cultura figurativa e architettonica negli stati del Re di Sardegna 1773-1861", catalogo della mostra, Torino 1980, v. III pp. 1447-1448, di A. Casassa in "La pittura in Italia. L'Ottocento", Milano 1990, vol. II p. 854 e in Giuseppe Luigi Marini, "Il valore dei dipinti dell'Ottocento e del primo Novecento", XIX edizione 2001-2002, Torino 2001, p. 410. |