notizie storico-critiche | Divenuto direttore dell'atelier di scultura di Sèvres nel 1757, Etienne-Maurice Falconet realizzò una serie di modelli per figurine in biscuits rifacensosi a disegni di François Boucher la cui influenza sulla Manifattura coincise con l'avvio della fabricazione di iscuits a Vincennes (T. PREAUD, H. P. FOUREST, A. FAY-HALLE, Porcelaines de Vincenns. Les Origines de Sèvres, catalogo della mostra, Parigi 1977, p. 150, passim). Il figlio di Falconet è l'autore di una raccolta di acqueforti che, sotto il titolo di Premier Livre de Figures d'apres les porcelaines de la Manufacture Royale de France, inventées en 1757 par M. Boucher, vennero pubblicate a Parigi tra il 1762 e il 1763 (alcune sono state riprodotte in S. DUCRET, Keramik und Graphik des 18 Jahrhunderts, Braunschweig 1973, pp. 184-189). Le dodici incisioni comprendono due figurine di fanciulli, "Le petit vendangeur ou vigneron" e "La petite vendangeuse", una graziosa contadinella serenamente intenta ad osservare il contenuto del cestino che regge tra le mani, cui corrisponde esattamente la statuina torinese. Rispetto all'esemplare integro del Musée National de Céramique di Sèvres (A. FAY-HALLE, H. P. FOUREST, La Cèramique, in Louis XV. Un moment de perfection de l'art français, Parigi 1974, p. 391, n. 541) quest'ultima differisce dal tipo di frutta contenuto nel canestro, che deve essere però riferito ad un vecchio intervento di restauro, nel corso del quale l'originario cestino ricolmo di minuti grappoli d'uva è stato sostituito da una riproduzione semplificata in legno verniciato in cui si è preferito ripiegare su un genere di frutta di più immediata esecuzione. Un altro esemplare, privo del cestino, è conservato nelle collezioni di Palazzo Pitti a Firenze ed appartiene ad un gruppo di "enfans de Falconnet" e "enfans de Boucher" facenti parte di un servizio da dessert acquistato a Sèvres (S. ERIKSEN, S. TABAKOFF, K. ASCHENGREEN PIACENTI, Le porcellane francesi a Palazzo Pitti, catalogo della mostra, Firenze 1973, p. 70). La presenza sotto la base della statuina del monogramma "F" inciso nella pasta può essere messa in relazione, seguendo le diverse ipotesi formulate dalla letteratura critica sull'ancora irrisolto problema dei marchi che compaiono sui biscuits di Sèvres, ad una segnatura di Jean-Baptiste de Fernex in qualità di modellatore o alla sgla apposta da Falconet in qualità di responsabile dell'atelier di scultura, ma conferma comunque l'esecuzione del pezzo tra il 1757 e il 1766, durante la direzione di Falconet, dal momento che sono conosciuti e documentati in quel periodo numerosi esemplari contrassegnati con la lettera "F" (W. J. SAINSBURY, Les marques sur les biscuits en pate tendre de Vincennes et de Sèvres, in "Cahier de la céramique, du verre et des arts du feu", n. 37, pp. 14-29; N. BIRIOUKOVA, A propos des marques sur les biscuits de Vincennes et de Sèvres, in "Cahier de la céramique, du verre et des arts du feu", n. 40, pp. 257-259; S. ERIKSEN, S. TABAKOFF, K. ASCHENGREEN PIACENTI, Le porcellane, cit., p. 65). In coincidenza con la data di esecuzione della "Petite vendangeuse" sono registrate due forniture del mercante Pietro Faiotti agli Uffici di Frutteria e Confettureria di Torino, la prima, del 19 settembre 1761, per la spedizione di "24 figure di porcellana" e la seconda per una nuova vendita di "varie figure di porcellana" (A. S. T., Libri Mastri Categorici, I, vol. 30, p. 46; vol. 33, p. 40), di una delle quali la statuina di Sèvres faceva verosimilmente parte. La nutrita presenza di un fondo di figurine decorative di porcellana - di cui sicuramente un aparte in biscuits - e il loro frequente impiego presso la corte di Torino è testimoniato dai ripetuti pagamenti per la loro riparazione ed il lor restauro. Nel 1766 Pietro Andretti riceve un compenso per "aver (...) raccomodato n. 24 pezzi di Porcellana e fornito di nuovo diversi membri di figure" (A. S. T., Conti Camerali, 1766, cap. 4, neg. giur. 283), mentre in un elenco dettagliato, stilato in occasione di un nuovo pagamento del 16 aprile 1781 a Carlo Fenestra, che ha "aggiustato n. 105 pezzi di porcellana", troviamo che un buon numero di essi è costituito da statuine di "paesana, bergera, pescatrice, suonatrice, contadina, contadina con canestro" (A. S. T., Reg. Recapiti, 1781, I, vol. 36, p. 216). |