notizie storico-critiche | Ferrara ha dedicato alla commemorazione dei suoi caduti del 1915-18 la torre della Vittoria. La torre fu costruita nel 1928 da Girolamo Savonazzi, l’ingegnere comunale incaricato di completare i lavori iniziati nel 1923 da Venceslao Borzani riguardanti il rifacimento del prospetto principale del palazzo del Comune di Ferrara. La struttura merlata in stile neo-medievale prende spunto dalla scomparsa torre di Rigobello e si rifà al progetto di Giuseppe Castagnoli e Filippo Bordini, scartato al concorso di selezione. Alla sommità è allogata dal 1928 una campana sorretta da sei aquile, con iscrizione nella fascia superiore, semplici decorazioni nelle fasce di base e di testa, raffigurazioni di San Giorgio patrono di Ferrara e del copatrono San Maurelio, stemma civico e littorio romano. Sulla facciata sono inserite una targa estense trecentesca e un’epigrafe dedicata alla memoria degli eroi dettata da Giuseppe Agnelli, direttore della Biblioteca comunale Ariostea di Ferrara dal luglio 1892 alla fine del 1933. Sotto la lapide, un ampio arco a sesto acuto schiude l’accesso al Tempio consacrato ai caduti, con un elegante cancello in ferro battuto a protezione del sacello con la statua in bronzo della Vittoria del Piave. L'opera, realizzata nel 1928 dal ferrarese Arrigo Minerbi, è di stampo liberty ma carica di simbolismo patriottico. Arrigo Minerbi eseguì diverse versioni della Vittoria del Piave. La prima, in marmo, deve la sua ispirazione alla disfatta di Caporetto del 1917. Dopo successive elaborazioni, la prima fusione, destinata al Monumento ai caduti di Cuggiono (Milano) avvenne nel 1923. Nel 1924 un esemplare in bronzo fu posto presso la Torre della Vittoria di Ferrara e nel 1935 un altro esemplare fu collocato all’ingresso del Vittoriale da Gabriele D’Annunzio che per l’artista Minerbi aveva una particolare predilezione. Nel monumento di Ferrara, l'iscrizione latina sul piedistallo è stata così tradotta da L. Maragna, in Ferrara e la Grande Guerra, Ferrara 2009, pagg. 45-46: ME / SOPRA LE ONDE DELLA BATTAGLIA / AVVINTA TENNERO I VINCITORI / ME ORA INTEGRA CONSERVATE / O CITTADINI / E A QUELLI TRASCORSI LEGATE I FATI FUTURI. Nello medesimo libro c’è anche la spiegazione di questa “Vittoria incatenata”: si immagina che i nostri soldati l’abbiano avvinta alle sponde del Piave nel giugno 1918 durante la cosiddetta Battaglia del Solstizio, in cui fu sventata un’offensiva austriaca che avrebbe potuto determinare la nostra sconfitta definitiva. Nel sacello, su di una parete, sono raccolte le foto in ceramica dei caduti della Guerra di Liberazione. Per l’esposizione sono stati utilizzati pannelli di legno che supportano tre foto ciascuno: sotto ogni foto c’è il nome e l’iniziale del cognome. I pannelli sono avvitati a quattro lunghe liste di legno murate orizzontalmente: centralmente alla seconda lista dall’alto ci sono due pannelli con la scritta ETERNA GLORIA / AI / CADUTI / PER LA / LIBERTA’. Si tratta di un “muro fotografico”, sul modello che è possibile osservare a Bologna sulla facciata di Palazzo D’Accursio (originariamente, sulla facciata di Palazzo D’Accursio a Bologna, le madri portavano le foto dei loro figli caduti nella guerra di Liberazione: da questa raccolta spontanea nacque poi il monumento oggi osservabile, preso a modello in numerose città. La definizione di “muro fotografico” è di Philip Cooke). Bibliografia: A. Colombo, Un artista ingiustamente dimenticato. Arrigo Minerbi tra D’Annunzio e don Orione in “L’Osservatore romano. Giornale quotidiano politico religioso”, Anno CLI n. 179, Città del Vaticano, 5 agosto 2011, p. 5. T. Contri, Gian Francesco Costa architetto, 1892-1933, Contributi centesi, n. 6, collana di studi storici curata dal Comune di Cento, Cento 2011, p. 89. C. Forlani (a cura di), Lettere all'immaginifico comandante, Ferrara 2011, Liberty House. A. Poggiali, I segni della guerra. Lapidi e monumenti, in Provincia di Ferrara, ai caduti italiani nel XX secolo, Claudio Nanni Editore, Ravenna 2011, vol. I, pp. 138-140. L. Maragna, Ferrara e la Grande Guerra, Ferrara 2009, pagg. 45-46. C. Cresti, Architetture e statue per gli eroi. L’Italia dei monumenti ai caduti, Firenze 2006, pp. 113, 158. L. Scardino (a cura di), Arrigo Minerbi e gli scultori della fornace Grandi di Bondeno, Comune di Bondeno, 1998, pp. 5, 15, 32, 35, 37, 43. L. Scardino, Il monumento ai caduti di Guarda Ferrarese in FD, Bollettino della “Ferrariae Decus”, n. 10, 30 novembre 1996, p. 82. A. Farinelli Toselli, L. Scardino (a cura di), Adamo e Sesto Boari architetti ferraresi del primo Novecento, Comune di Ferrara, 1995, pp. 22, 23. L. Scardino, Itinerari di Ferrara moderna, Firenze 1995, pp. 202-203, sezione Cinque emblematici “restauri”, n. 1. M. Peron, G. Savioli (a cura di), Ferrara disegnata. Riflessioni per una mostra, pubblicazione realizzata in occasione della mostra “Ferrara disegnata 1815-1942, Comune di Ferrara, Archivio storico, 1986, pp. 113-116, 141. |