dati analitici | In primo piano, in mezzo a un prato brullo punteggiato da arbusti e cespugli e fiancheggiato, sulla sinistra, da alcuni alberi è collocato un cimitero , limitato da un muro di cinta in mattoni che ne descrive il perimetro rettangolare. All'interno del cimitero, al centro della composizione, una chiesa con ingresso con arco a sesto acuto e tetto a spioventi. Sulla destra un alto pino. In primo piano, sulla sinistra, è raffigurato un giovane di spalle, con cappello e calzoni al ginocchio, in atto di osservare il cimitero. In secondo piano una collina con campi, prati ed alberi disposti casualmente. Alla sommità della collina, sulla destra, su alto podio è collocato un monumento raffigurato di profilo. Nella parte superiore del dipinto ampio brano di cielo. La tela è posta entro cornice di profilo e luce rettangolare. Battuta liscia; tipologia a gola. Fasce interna ed esterna lisce e dorate; fascia centrale in tela marrone. Sul retro, in alto, gancio metallico per sospensione.Soggetti profani. Paesaggi: prato; campi; cimitero; colline; cielo. Vegetali: alberi; pino; cespugli; arbusti. Elementi architettonici: monumento. Figure: ragazzo. Abbigliamento. |
notizie storico-critiche | Il dipinto, unitamente ad altre opere, secondo una politica di promozione degli artisti di origine piemontese o attivi in Piemonte promossa dall'Ente nel corso del Novecento, venne acquistato per L. 100.000 nel 1952 dalla Provincia di Torino all'Esposizione Pittori d'Oggi Francia/Italia, Peintres d'aujourd'hui, France-Italie/ Pittori d'oggi Francia-Italia 2° mostra, catalogo della mostra (Torino, Palazzo della Promotrice delle Belle Arti, settembre-ottobre), Torino, 1952, s.p. Nella stessa esposizione vennero presentate altre tre opere del pittore (Moligt, 1907-?); nato in Siria, educato in Egitto, si trasferì in Francia nel 1924, ove, dopo gli studi di architettura, preferì dedicarsi alla pittura. Cominciò ad esporre ai Salons parigini negli anni trenta del Novecento, ottenendo nei decenni successivi fama internazionale ed affermandosi anche come illustratore di libri, prediligendo l'acquaforte. Spesso l'artista si è dedicato al paesaggio, conferendogli un'aura surrealista e poetica, attenta agli effetti di luce, giocata con la cromia di fondo delle sue composizioni che, come nel caso in esame, si basa sull'alternanza di azzurro, grigio e verde chiaro. Il tema del giardino abbandonato ed anche, per estensione, del cimitero, come nel caso in esame, compare frequentemente nella produzione di Carzou, J. Busse, voce Carzou Jean, in E. Benezit (a cura di), Dictionnaire des Peintres, Sculpteurs, Dessinateurs et Graveurs, Parigi, 1999, v. III, pp. 312-313. La stessa veduta acquistata dalla Provincia di Torino venne rappresentata più volte con taglio diverso, come testimonia l'esemplare, datato 1949, conservato nelle collezioni della città di Parigi con il titolo "La Tour d'Auvergne", F. Fels, Carzou, Genéve, s.d., n. 52. La cornice, per la presenza sul retro di etichette inventariali e la sua semplicità, può essere considerata coeva al dipinto. |