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Opera d'arte Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' a Firenze

L'opera d'arte Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' - codice 09 00742647 si trova nel comune di Firenze, capoluogo dell'omonima provincia sita in monastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia
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bene culturaleicona
titoloMadre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti'
soggettoMadonna con Bambino ed opere di misericordia
tipo schedaOA_3.00
codice univoco09 00742647
localizzazioneToscana, FI, Firenzevia Ricasoli, 58/60
contenitoremonastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia
datazionesec. XVIII secondo quarto; 1733 (ca) - 1733 (ca) [data]
ambito culturaleambito moscovita(analisi stilistica)
materia tecnicatavola/ pittura a tempera
misurecm, alt. 27.8, largh. 23.2,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analiticiTavola intera, con due listelli a incastro inseriti alle due estremità. Senza incavo, non si osserva presenza di tela preparatoria. Levkas.Soggetti sacri. Personaggi: Madonna; Gesù Bambino. Figure maschili: uomini. Figure femminili: donne. Figure: angeli. Fenomeni metereologici: nubi.
notizie storico-criticheLe icone della Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' sono note nell'arte russa dall'ultimo decennio del XVII secolo in alcune varianti. Tratto comune è la raffigurazione dei bisognosi che rivolgono la loro invocazione alla Madre di Dio che interviene come loro avvocata e protettrice. La rappresentazione dei bisognosi è accompagnata di solito da figure di angeli che distribuiscono benefici a nome della Madre di Dio, e anche da iscrizioni abbastanza estese, nelle quali si ricordano le sventure e l'aiuto portato dalla Madre. Queste composizioni si basavano, evidentemente, sui testi di alcune preghiere mariane. L'apparire di tale iconografia potrebbe collegarsi inoltre all'ampia diffusione di raccolte letterarie in cui venivano descritti esempi di intercessione e interventi miracolosi della Madre di Dio. Infine, sulla formazione di questa tipologia iconografica esercitarono un notevole influsso le raffigurazioni della Vergine venerate nell'Occidente cattolico. L'icona in esame probabilmente deriva dall'immagine miracolosa conservata nella chiesa della Trasfigurazione in via Ordynka a Mosca, attraverso cui la sorella del patriarca Ioakim, Evfimija Petrova Papina, aveva ottenuto la guarigione nel 1688. Questo è indicato dalle particolarità della raffigurazione della Madre di Dio col Bambino Gesù, dalla quantità e dalla disposizione dei gruppi di afflitti e delle iscrizioni. Tuttavia qui alcune differenze testimoniano la notevole semplificazione ed elaborazione del prototipo miracoloso, verosimilmente con l'uso di qualche altro modello. Nella pubblicazione di Bettini l'icona è stata attribuita al periodo più tardo della scuola Stroganov e datata al XVII secolo. Marcucci, interpretando approssimativamente dalle iscrizioni la data del 1714, ha messo in evidenza che i modelli caratteristici della pittura di icone del XVII secolo non sono qui espressi con sufficiente esattezza, cosa che, secondo lei, può essere spiegata con l'appartenenza dell'icona all'ambito 'popolare' di un periodo più tardo. L'icona del 1773 è abbastanza vicina alla maggior parte delle opere della collezione dell'Accademia fiorentina il che permette di trarre la conclusione che sia stata prodotta nella stessa bottega dalla quale sono uscite le altre icone non datate (e questo, a sua volta, è un punto di partenza per la loro datazione). Costituisce uno degli esemplari di qualità più alta fra le icone di questo gruppo; lo indica il disegno sottile e preciso dei tratti dei volti, eseguito con accuratezza ed espressività (soprattutto nella rappresentazione degli afflitti), la gradualità delle lumeggiature nella pittura dei volti, che producono la sensazione di morbidezza del modellato dei volumi. Tuttavia sono presenti anche tratti caratteristici della produzione seriale, che avvicinano l'icona alle altre opere di questo gruppo: le silhouettes angolose, il modellato convenzionale delle vesti e il modo di raffigurare le mani (un disegno in rilievo eseguito quasi esclusivamente a tocchi di biacca).
bibliografiaBettini S.( 1940)pp. 38, 90, n. 12; Marcucci L.( 1958)pp. 115-116, n. 102; Oriente Occidente( 2004)pp. 52, 54, 59, 74-75
definizioneicona
regioneToscana
provinciaFirenze
comuneFirenze
indirizzovia Ricasoli, 58/60
ente schedatoreS156
ente competenteS156
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Nersesjan L.Sacco A. M.; Funzionario responsabile: Parenti D.Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: Sacco A. M. (2009)
anno creazione2006
latitudine43.777035
longitudine11.258756

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