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bene culturale | icona |
titolo | Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' |
soggetto | Madonna con Bambino in trono e opere di misericordia |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 09 00742657 |
localizzazione | Toscana, FI, Firenzevia Ricasoli, 58/60 |
contenitore | monastero, benedettino femminile, Monastero di S. Niccolò di Cafaggio ora Galleria dell'Accademia, via Ricasoli, 58/60, Galleria dell'Accademia |
datazione | sec. XVIII secondo quarto; 1725 (post) - 1749 (ante) [analisi stilistica] |
ambito culturale | ambito moscovita(analisi stilistica) |
materia tecnica | tavola/ pittura a tempera |
misure | cm, alt. 35.6, largh. 30, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali |
dati analitici | Tavola intera, con due listelli inseriti nei margini superiore e inferiore. Manca l'incavo e non si osserva presenza di tela preparatoria. Levkas.Soggetti sacri. Personaggi: Madonna; Gesù Bambino. Figure maschili: uomini. Figure femminili: donne. Figure: angeli. Elementi architettonici: trono. |
notizie storico-critiche | Le icone della Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' sono note nell'arte russa dall'ultimo decennio del XVII secolo in alcune varianti diverse fra loro. Tratto comune è la raffigurazione dei bisognosi che rivolgono la loro invocazione alla Madre di Dio che interviene come loro avvocata e protettrice. La rappresentazione dei bisognosi è accompagnata di solito da figure di angeli che distribuiscono benefici a nome della Madre di Dio, e anche da iscrizioni nelle quali si ricordano le sventure e l'aiuto portato dalla Madre. Queste composizioni si basavano sui testi di alcune preghiere mariane ed inoltre l'apparire di tale iconografia potrebbe collegarsi alla diffusione di raccolte letterarie in cui venivano descritti innumerevoli esempi di intercessione e interventi miracolosi della Madre di Dio. Infine, sulla formazione di questa tipologia iconografica esercitarono un notevole influsso le raffigurazioni della Vergine venerate nell'Occidente cattolico. Le raffigurazioni della Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' si diffusero soprattutto in seguito all'istituzione del culto dell'icona custodita nella chiesa della Trasfigurazione in via Ordynka a Mosca, attraverso cui la sorella del patriarca Ioakim, Evfimija Petrova Papina, aveva ottenuto la guarigione nel 1688. L'icona in esame appartiene a una variante iconografica abbastanza rara che si differenzia considerevolmente dal prototipo miracoloso moscovita e dalle sue repliche. Sue caratteristiche sono la raffigurazione della Madre di Dio con il Bambino in trono, e anche la posizione delle braccia della Madre di Dio, che riecheggia l'analogo motivo presente nelle composizioni della "Misericordia", venerate nell'Occidente cattolico. Inoltre, insolito è il gran numero di angeli che si affollano intorno alla Madre di Dio, come pure la libera disposizione dei sofferenti e la molteplicità delle loro posture e gesti. Quest'ultima peculiarità induce a pensare che l'icona rappresenti una replica semplificata di un modello molto raffinato, che a sua volta era nato da una libera associazione di svariati motivi iconografici (alcuni desunti, con ogni probabilità, dall'arte occidentale). Marcucci nella sua pubblicazione, sulle orme di Bettini, datava l'icona al XVII secolo e la riferiva al periodo tardivo della scuola Stroganov, osservando che, come l'icona del Martire Giovanni il Soldato con scene della vita, ad essa stilisticamente affine, era dipinta in modo poco accurato e sembrava opera di una "bottega popolaresca di mediocre livello". In realtà, l'icona Madre di Dio 'Gioia di tutti gli afflitti' è affine per tecniche stilistiche a un gruppo abbastanza ampio di opere della collezione dell'Accademia, di cui fa parte anche la raffigurazione di Giovanni il Soldato. Tuttavia, all'interno di questo gruppo essa occupa un posto particolare, perché le medesime tecniche pittoriche sono qui espresse in forma rimarcata, quasi grottesca: i volti sono molto larghi, quasi appiattiti, con nasi piccoli e lineamenti aguzzi, ampie schiariture di ocra su un incarnato base privo di sfumature; mani e piedi sono eseguiti mediante campiture di bianchi puri; il disegno del panneggio è abbastanza caotico e trascurato. Tutti questi elementi sono riscontrabili nelle minuscole raffigurazioni delle scene agiografiche di alcune icone, mentre qui appaiono in figure di dimensioni relativamente grandi. Forse rappresenta l'opera di un allievo che impiegava con una certa imperizia i procedimenti in uso nella bottega iconografica. |
bibliografia | Bettini S.( 1940)pp. 38, 91, n. 18; Marcucci L.( 1958)p. 110, n. 86 |
definizione | icona |
regione | Toscana |
provincia | Firenze |
comune | Firenze |
indirizzo | via Ricasoli, 58/60 |
ente schedatore | S156 |
ente competente | S156 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Nersesjan L.Sacco A. M.; Funzionario responsabile: Parenti D.Sframeli M.; Trascrizione per informatizzazione: Sacco A. M. (2009) |
anno creazione | 2006 |
latitudine | 43.777035 |
longitudine | 11.258756 |