dati analitici | Su un tavolino, posto al centro della scena, ricoperto da una tovaglia di colore chiaro con fiori stilizzati stampati, è posta una grossa brocca con ansa posta sul lato sinistro. Entro di essa un grosso ramo di magnolie: il ramo, disposto diagonalmente, tocca il vertice superiore sinistro del dipinto; al centro un esemplare in piena fioritura e a destra, verso il basso, un altro in boccio. Sfondo neutro di colore bruno sfumato. La tela è posta entro cornice di profilo e luce rettangolare con vetro. Battuta liscia. Tipologia a cassetta. Fascia interna di colore chiaro con profilo perlianto; fascia intermedia sottile e modinata e fascia esterna liscia. Sul retro, in alto, gancio metallico per sospensione.Soggetti profani. Mobilia: tavolo. Oggetti: tovaglia; vaso. Piante: ramo di magnolia. |
notizie storico-critiche | Il dipinto, unitamente ad altre opere dello stesso autore, secondo una politica di promozione degli artisti di origine piemontese o attivi in Piemonte promossa dall'Ente nel corso del Novecento, venne acquistato direttamente dall'artista nel 1942. Il documento conservatosi indica la cifra complessiva pagata al Gamba di L. 8.500 e dunque non permette di individuare il valore corrisposto per ciascuna opera. L'autore (Torino, 1891-?), particolarmente apprezzato dai contemporanei per la pennellata sciolta, la compostezza disegnativa emergenti dai suoi ritratti e paesaggi, i temi più richiesti, non ha ottenuto particolari attenzioni dalla critica successiva. Un significativo contributo, per quanto caratterizzato dai toni retorici del periodo, è costituito da un articolo redatto per il periodico del comune di Torino dal collega pittore Vittorio Falletti che ne ricostruisce il percorso formativo, dall'insegnamento di Guarlotti alla Scuola d'Arte Decorativa presso l'Istituto Professionale, al lungo soggiorno negli Stati Uniti, ove si dedicò quasi esclusivamente al ritratto, ai successivi viaggi nelle principali capitali europee. Segue un'ampia rassegna delle opere realizzate, soprattutto dal suo definitivo ritorno nel capoluogo piemontese, che si conclude con la descrizione delle opere ancora presenti nello studio del pittore, tra le quali figurano elencate ed elogiate anche alcune delle tele acquisite, poco dopo, dalla Provincia di Torino. Una menzione riguarda anche l'opera in esame, di cui il Falletti, indicandola nell'ambito di una serie di nature morte con fiori, sottolinea la perfetta resa realistica della carnosità delle magnolie. Bibliografia di riferimento: V. Falletti, Celestino Gamba pittore, in "Torino. Rassegna mensile della città", n. 1 gennaio, Torino, 1942, pp. ; E. Bellini, Pittori Piemontesi dell'Ottocento e del primo Novecento dalle Promotrici torinesi, Torino, 1998, p. 189. La cornice, sia per la tipologia, estremamente semplice, sia per la presenza sul retro di etichette inventariali dell'Ente e dell'esposizione alla Promotrice, è da considerarsi coeva al dipinto. |