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Opera d'arte Muzio Scevola di Pécheux Lorenzo (1729/ 1821), a Torino

L'opera d'arte Muzio Scevola di Pécheux Lorenzo (1729/ 1821), - codice 01 00351204 di Pécheux Lorenzo (1729/ 1821), si trova nel comune di Torino, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
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bene culturaledipinto, opera isolata
titoloMuzio Scevola
soggettoMuzio Scevola davanti a Porsenna mette la mano destra nel fuoco
tipo schedaOA_3.00
codice univoco01 00351204
localizzazioneITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86
contenitorepalazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda
datazionesec. XVIII fine; 1795 (ca) - 1800 (ca) [analisi stilistica; bibliografia]
autorePécheux Lorenzo (1729/ 1821),
materia tecnicatela/ pittura a olio
misurecm, alt. 81, largh. 100,
condizione giuridicaproprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
dati analitici*Personaggi: Muzio Scevola; Porsenna. Figure: segretario; soldati. Elementi architettonici: loggia. Oggetti: braciere. Mobilia; tavolo; sedia. Armi: lance. Paesaggio: accampamento militare.
notizie storico-criticheIl dipinto, di proprietà della Galleria Sabauda di Torino, è il modello preparatorio per la grande tela di stesso soggetto, commissionata nel 1802 a Lorenzo Pécheux da Vittorio Amedeo III di Savoia per la Galleria del Beaumont in Palazzo Reale. A causa della dominazione francese sul Piemonte, il dipinto finito, di dimensioni assai grandi (3,24 x 4,12 m.), non venne consegnato da Pécheux, ma venne offerto nel 1823 a Carlo Felice di Savoia dai figli del pittore, Carlo e Gaetano, assieme a due altre opere, “Alessandro nella tenda di Dario” e “La morte di Epaminonda”. Verso il 1850, Vittorio Emanuele II lo dona alla città di Chambéry, assieme ad un’altra opera di Pécheux, “Clelia passa il Tevere”. Il dipinto è oggi depositato presso il Musée des Beaux-Arts (inv. M 882 ; A 152), ma il suo stato conservativo non permette un confronto approfondito con lo studio preparatorio della Galleria Sabauda. L’opera è infatti in pessimo stato di conservazione: la tela è arrotolata nei depositi del museo e la composizione è conosciuta solo grazie ad una vecchia fotografia in bianco e nero. Due importanti riferimenti cronologici permettono di precisare la datazione del dipinto e dello studio preparatorio. In primo luogo, Lorenzo Pécheux scrive nelle sue « Notes sur le cours de ma vie » : “1802: Grand tableau de Mutius Scaevola, pour pendant de Clelie et d’Auguste, qui sont encore chez moy, excepté celuy de Clélie qui fut placé dans le temps du Roy“ (Torino, Accademia delle Scienze, Mss. 630). Quest’annotazione conferma che Pécheux termina l’opera entro il 1802. D’altra parte, la commissione per questo dipinto è precedente alla morte, il 16 ottobre 1796, del Duca Vittorio Amedeo III di Savoia. È quindi probabile che lo studio preparatorio sia stato eseguito da Pécheux verso il 1795-1800 e che la grande tela, oggi a Chambery, sia invece stata dipinta tra il 1798 e il 1802. Il soggetto è tratto dalla “Storia Romana” di Charles Rollin, che viene pubblicata a Parigi tra il 1738 e il 1748 e che costituisce una fonte iconografica prioritaria per gli artisti alla ricerca di “exempla virtutis” durante la seconda metà del ‘700. Tuttavia, Pécheux deve probabilmente avere consultato anche la principale fonte della storia di Muzio Scevola, l’“Ab urbe condita di Tito Livio” (II, 12). Il momento della storia rappresentato nel dipinto di Pécheux è quello in cui Muzio Scevola decide di punirsi bruciando la propria mano destra, dopo essersi reso conto di non aver assassinato Porsenna, ma il segretario del re etrusco che nel 508 a.C. stava mettendo Roma sotto assedio. La composizione è ambientata in una loggia. Vittorio Natale (Natale in Laveissière (a cura di), 2012, p. 216) nota a giusto titolo che l’insieme è più arioso rispetto alle altre opere dipinte in questi stessi anni e che, in particolare, il numero di personaggi, decisamente inferiore rispetto agli altri dipinti, conferisce più importanza al decoro architettonico. Natale interpreta questa scelta in due diversi modi. Da una parte, la diminuzione del numero dei personaggi può, a suo avviso, dipendere dalla situazione politica incerta dello stato sabaudo, dopo l’invasione francese. Il committente del dipinto essendo venuto a mancare, Pécheux avrebbe deciso di non investire ulteriore tempo e denaro nella realizzazione di un’opera che rischiava di non essere più venduta. D’altra parte, pensa che questa scelta possa essere invece messa in relazione con il viaggio effettuato da Pécheux a Parigi nel 1800 e con la sua scoperta del “Giuramento degli Orazi” di Jacques-Louis David.
altra localizzazioneluogo di esposizione: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di deposito: ITALIA, Piemonte, TO, Moncalieri
bibliografiaCastelnuovo, Enrico/ Rosci, Marco (a cura di)( 1980)Vol. I, p. 18, n. 14; Aubert, Jean( 1985)p. 18; Guide brevi della Galleria Sabauda. Terzo settore. Collezioni dinastiche: da Carlo Emanuele III a Carlo Felice 1730 - 1831( 1991)p. 56; Natale, Vittorio( 2
definizionedipinto
regionePiemonte
provinciaTorino
comuneTorino
indirizzovia XX Settembre, 86
rapportoRAPPORTO OPERA FINALE/ORIGINALE: Stadio opera: bozzetto, Opera finale/originale:dipinto, Soggetto opera finale/originale: Muzio Scevola minaccia Porsenna dopo aver ucciso il suo segretario, Autore opera finale/originale: Pécheux Lorenzo, Data opera finale
ente schedatoreS67
ente competenteS67
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Omodeo, Christian; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithLanzoni, Alessandra; Aggiornamento-revisione: Cermignani, Davide (2013), S67, Funzionario responsabile: Gabrielli, Edith, Referente scientifico: Lanz
anno creazione2012
anno modifica2013
latitudine45.071707
longitudine7.678011

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