notizie storico-critiche | La lastra in marmo del monumento di Armio, recante i nomi dei caduti, risale al 1920; la scultura intitolata “Offerta” di Nicola Gagliardi è stata inaugurata il 3 settembre 1987. Nicola Gagliardi è nato nel 1944 a San Vittore Olona (MI). Gli anni giovanili (1962-67) sono dedicati, oltre che allo studio, anche alla collaborazione professionale nella bottega del papà e degli zii, attingendo dal nonno paterno scultore e dal padre artigiano del marmo, gli essenziali rudimenti della scultura lapicida. Si diploma nel 1967 all’Accademia di Brera, con il valente medaglista Ettore Calvelli e frequenta in quegli anni gli studi degli scultori Carlo Russo, Nicola Scaringi, Riccardo Pitter, Carmelo Cappello e dei pittori Gino Moro e Domenico Purificato. Inizia la libera professione aprendo, nel 1967, un proprio studio e dedicandosi alla realizzazione di opere d’arte sacra, alla creazione di sue opere, alla replica di opere storiche ed alla realizzazione di monumenti pubblici celebrativi. Le sue opere si formano, inizialmente, deliandosi attraverso le svariate esperienze plastiche perseguite nella ricerca: da quelle medardiane: “Il Sogno”, opere di terracotta e bronzi, a quelle post-cubiste, come “L’albero della vita”, “Vietnam”, “Sofferente”, in bronzo, terracotta e pietra di Sarnico. Attorno agli anni 1969-71 definisce un proprio linguaggio plastico e tematico, che ripercorre l’indagine che dalla forma genitrice si conclude nella definizione di forme essenziali, pure, come: “Maternità”, “Attesa”, “Preghiera”, “Donna al Sole”, realizzate in bronzo, terracotta smaltata, marmi vari, travertino, fusioni d’argento, alabastri, fino alla sperimentazione con una resina: il metacrilato d’etile. Il passo successivo lo porta fino alla realizzazione di opere strettamente informali: ”Spirali”, “Piccolo Seme” e “Grande Seme” sono sculture realizzate in ardesia levigata, marmo rosso Verona, granito Labrador levigato, bronzo patinato e lucido, ferro. Nasce poi la lunga serie di “Cavalli”, dal 1977 al 1995: “Caduta”, “Galoppo”, “Grande Rifiuto”, bronzi, alabastri, terrecotte smaltate, marmo rosso di Verona, marmo rosso Asiago e marmo Portoro. Prosegue poi nella “figurazione allusiva”, indagando su alcune problematiche plastiche (luce/materia) che sviluppano sculture e tematiche particolari quali: “Amanti”, “Giocolieri”, “Bagnanti”, interpretazioni in terracotta smaltata, bronzi, marmo rosso di Verona, giallo Mori, rosso antico, nero Marquinia, bianco Statuario, spesso sono assemblaggi di marmi vari e marmi con bronzi lucidi e patinati. Negli anni 1989/90 con la creazione di bassorilievi di bronzo e marmi policromi “Colline”, “Mare”, ”Tout va très bien”, si svolgono ulteriori ricerche plastiche, (materia/luce/colore), in bronzo lucido e patinato, marmi vari, pietra Dorata, Arenaria di Bedonia, assemblaggi di marmi e ceramica, ceramiche smaltate a secondo e terzo fuoco. Nella realizzazione di bassorilievi di ceramica policroma, “Medusa etrusca”, ”Aruspice”, “Odisseo”, ”Dioniso”, “Impressioni mediterranee”, “Risiere”, viene ricercato il compiacimento estetico tra forma e colore esaltando la particolare tecnica di produzione che non permette la realizzazione seriale, bensì l’unicità irripetibile. Dagli anni 1970 esegue gli “omaggi scultorei”: sono copie-studio di sculture in marmi vari dedicate ad alcuni grandi scultori. Dal 1999-2000 la sua indagine plastica verte essenzialmente su tematiche di origine surrealiste e metafisiche: “Pensatore” e “Dieci sogni di A. Breton”, conducendo l’interesse tematico sull’ironica e contraddittoria realtà quotidiana dell’esistere; sono sculture prevalentemente di ceramica smaltata e bronzo che sperimentano vari assemblaggi di materie differenti. Dal 1966 ha partecipato a 152 esposizioni collettive, nazionali ed internazionali ed ha realizzato 22 mostre personali, la prima a Milano alla galleria “Montenapoleone” dal 12 al 24 dicembre 1970. Sono oltre 100 le opere di arte sacra, componenti di edicole funerarie: statue, busti, altorilievi, bassorilievi, medaglioni, realizzate e create fin dal 1965 in fusioni di bronzo, marmi vari e graniti vari. Dal 1984 collabora costantemente con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano, replicando sculture, provenienti per la maggior parte dalle campate absidali e dai transetti, dai terrazzi, da guglie e gugliotti. Sono opere rese irrecuperabili dal tempo e dall’inquinamento, pregiudicate strutturalmente e non più restaurabili, spesso mancanti di ampie parti. Una particolare attenzione ha dedicato al restauro specifico ed alla conservazione di molte opere scultoree di collezione privata e pubblica. Porfido rosso di Cuasso al Monte: sul territorio del comune di Cuasso al Monte, nel 1880 vennero aperte le prime cave di porfido rosso, un materiale unico in Europa per colore, durezza e resistenza agli agenti atmosferici, molto utilizzato nelle pavimentazioni naturali (il famoso "sampietrino" rosso). |