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bene culturale | dipinto, opera isolata |
titolo | Oliveto con contadinella e bufali |
soggetto | paesaggio |
tipo scheda | OA_2.00 |
codice univoco | 12 00826942 |
localizzazione | Italia, RM, Romaviale Belle Arti 131 |
contenitore | palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131, Deposito |
datazione | XX ; 1913 (ca.) - 1913 (ca.) [bibliografia] |
autore | Puccini Mario (Livorno 1869 - Firenze 1920), |
materia tecnica | olio su tavola |
misure | alt. 34, largh. 66, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna |
dati analitici | paesaggio con ulivi e buoi al pascolo con una bambina seduta su una staccionata |
notizie storico-critiche | Mario Puccini fu allievo di Giovanni Fattori e rappresentante di spicco della maniera post-macchiaiola toscana che mosse i suoi passi tra Ottocento e Novecento, che cercava di superare il naturalismo degli anni precedenti trascendendo il dato puramente fenomenico attraverso la personalità dell'artista. L'attività del pittore prese avvio soltanto alla fine degli anni Novanta dell'Ottocento in seguito ad un periodo caratterizzato da gravi disturbi mentali. I suoi paesaggi marini e campestri sono caratterizzati da un rigoroso impianto compositivo e prospettico che permette all'artista di proporre un impaginato ampio della scena; inoltre la costruzione del dipinto avviene attraverso un contrasto tormentato tra linee e colori, palese evoluzione dell'ultima macchia e in particolare del maestro Fattori del quale riprende la tendenza a evidenziare la linea di contorno, fluidificandola. Nel dipinto in esame infatti sia i bufali, sia l'andamento nodoso degli arbusti rappresentano un chiara derivazione da Fattori, dal quale derivano anche alcune soluzioni cromatiche.Il passaggio da una pittura di macchia improntata sulla resa del fattore atmosferico, ad una concentrata sull'aspetto compositivo e costruttivo di linee e colore, è maturata nel pittore durante un periodo di studio in Francia e al contatto con il pittore Oscar Ghiglia, nonché all'aggiornato sulla pittura di Paul Cézanne che molti artisti toscani poterono osservare nelle note collezioni fiorentine Fabbri e Loeser. In quest'opera infatti il ritmo della pennellata a tocchi è memore delle costruzioni plastiche cezanniane come evidente, del resto, anche nelle altre opere possedute dalla Galleria, in particolare "Bovi nell'uliveto" (n.00826941, cfr. R. Campana, I "toscani" e Cézanne: percorsi, in Cézanne e l'Impressionismo a Firenze nel primo Novecento, catalogo della mostra [Firenze, Palazzo Strozzi], Milano 2007, pp. 187 e 229).L'opera è stata assegnata dalla bibliografia (Baboni 1989) al 1913 ca., datazione del resto confermabile dal raffronto con opere coeve (ad esempio il citato "Bovi nell'uliveto"), sia per composizione, sia per soluzioni stilistiche adottate. |
bibliografia | Sapori( 1922)p. 101; Baboni( 1989)n. 415, p. 379; Monti( 1992)n. 272, pp. 390-391; Di Majo( 2006) |
definizione | dipinto |
regione | Lazio |
provincia | Roma |
comune | Roma |
indirizzo | viale Belle Arti 131 |
ente schedatore | S51 |
ente competente | S51 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Bertozzi F.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Piccioni, M.; Funzionario responsabile: Piantoni G.Frezzotti, S. |
anno creazione | 1995; 2011 |
latitudine | 41.916344 |
longitudine | 12.482229 |