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bene culturale | dipinto, opera isolata |
titolo | Paesaggio |
soggetto | paesaggio |
tipo scheda | OA_2.00 |
codice univoco | 12 00827542 |
localizzazione | Rm, RomaViale Belle Arti 131 |
contenitore | palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Viale Belle Arti 131, deposito |
datazione | XIX ; 1864 (ca.) - 1864 (ca.) [bibliografia] |
autore | De Tivoli Serafino (Livorno 1826/ Firenze 1892), |
materia tecnica | olio su tela |
misure | alt. 50, lungh. 65.8, |
condizione giuridica | proprietà dello Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna |
dati analitici | paesaggio con albero e buoi riflessi in uno stagno |
notizie storico-critiche | Il dipinto testimonia gli evidenti debiti che l'artista toscano ebbe nei confronti dei paesaggisti di Barbizon che egli poté conoscere personalmente a Parigi, quando si recò con Saverio Altamura all'Esposizione Universale di Parigi del 1855, tornando in seguito entusiasta in Italia dando avvio alle riflessioni che avrebbero portato alla maturazione di un nuovo linguaggio. Come noto, infatti, il ruolo di Serafino de Tivoli come ponte tra le sperimentazioni francesi e l'Italia fu essenziale per lo sviluppo delle teorie che avrebbero portato alla nascita della pittura macchiaiola. L'esperienza della cosiddetta scuola di Staggia nel senese, dove de Tivoli cominciava ad operare le prime esperienze naturalistiche in Toscana con i fratelli Markò, Ademollo, La Volpe, sulla spinta delle novità partenopee importate da Altamura, con il deliberato scopo di rinnovare la pittura di paesaggio in senso naturalista, anticipano di fatto le sperimentazioni sulla macchia di qualche anno successive. Infatti, fu grazie all'amicizia con Borrani e Signorini che il pittore fu introdotto nelle discussioni al caffè Michelangiolo, facendo partecipe delle sue esperienze in Francia e in Italia i pittori riformatori fiorentini, introducendo anche delle novità tecniche conosciute nel viaggio d'oltralpe. Nella produzione di de Tivoli, i paesaggi di chiara ascendenza barbizonniers, ispirati a Troyon, Decamps e Rosa Bonheur soprattutto, sono caratterizzati dalla presenza di animali e grandi alberi, come tipico del paesaggismo francese degli anni Trenta. Nel dipinto in esame, tuttavia, si rivela particolarmente l'influenza di Theodor Rousseau, per via del grande albero protagonista della scena e dei buoi che pascolano in un angolo, riflessi in uno specchio d'acqua.Secondo l'opinione di Carandente (Cfr. Carandente 1956, p. 38, n. 12), accolta anche da Lavagnino, il dipinto sarebbe tra quelli maggiormente influenzati dalla Scuola di Barbizon e dunque databile intorno al 1856, dopo il ritorno del pittore a Firenze dal soggiorno parigino. In realtà questo paesaggio sembrerebbe riferibile ad un momento più tardo, come invece sostenuto nella mostra dedicata ai macchiaioli a Firenze nel 1976 (cfr. Firenze 1976, n.200, p. 232). In quell'occasione, la critica ha ribattuto, infatti, che il dipinto sarebbe meglio riferibile ad un periodo contestuale o di poco successivo alla seconda permanenza del pittore a Parigi nel 1864, sostenendo tale datazione su motivazioni strettamente stilistiche, rintracciando nella fattura dell'opera una certa stanchezza non rilevabile nei dipinti della metà degli anni Cinquanta. |
altra localizzazione | VE, Venezia |
bibliografia | Bucarelli( 1951)pp. 54, 84; Castelfranco( 1952)p. 21; Carandente( 1956)p. 38, n. 12; Lavagnino( 1961)p.823; Drudi Gambillo( 1960)p. 4; Biancale; Bucarelli( 1973)pp. 26, 137; Monteverdi( 1975); Monaco( 1975)n.193, tav.193;; Durbè (a cura di)( 1976)n.200, p |
definizione | dipinto |
regione | Lazio |
provincia | Roma |
comune | Roma |
indirizzo | Viale Belle Arti 131 |
ente schedatore | S51 |
ente competente | S51 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Osti Guerrazzi A. M.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Piccioni, M.; Funzionario responsabile: Piantoni G.Frezzotti, S. |
anno creazione | 1995; 2011 |
latitudine | 41.916344 |
longitudine | 12.482229 |