notizie storico-critiche | Pietro Tenerani inizia la sua formazione artistica all'Accademia di Belle Arti seguendo i corsi di Lorenzo Bartolini (1777-1850). Nel 1813 vince il pensionato a Roma, dove si perfezionò con Antonio Canova e Bertel Thorvaldsen, di cui fu allievo prediletto e collaboratore. Dal 1842 è tra gli esponenti del purismo, che proponeva un ritorno all'arte tipica del Trecento e del Quattrocento, esaltandone la purezza e la semplicità stilistica.La sua produzione scultorea si compone di numerose figure e gruppi mitologici, di statue e gruppi di soggetto sacro, di ritratti e di statue celebrative, come il marmo di Pellegrino Rossi (1787-1848).Pellegrino Rossi, giurista ed economista, commissario di Murat, alla sua caduta si era rifugiato a Ginevra e quindi a Parigi, dove aveva preso la cittadinanza francese. Dal 1834 al 1845 ricoprì il ruolo di docente di diritto internazionale presso la Sorbona di Parigi. Divenuto ambasciatore di Francia a Roma, alla morte di Gregorio XVI sostenne la candidatura di un papa riformatore, Pio IX, di cui divenne, nel 1848, consigliere e primo ministro. Il suo programma di governo liberal-moderato, impegnato nel tentativo di laicizzare il dominio temporale e contrario alla ripresa della guerra, suscitò ostilità tanto negli ambienti reazionari quanto tra quelli democratici. Rigidi provvedimenti di polizia voluti da Rossi acuirono le tensioni ed egli rimase vittima di un attentato per mano di un gruppo di estremisti patrioti il 15 novembre del 1848, nell'Atrio del Palazzo della Cancelleria. L'opera fu commissionata al Tenerani dal Duca di Rignano Mario Massimo, come riporta l'iscrizione dedicatoria, il quale gli chiese d'immaginare un semplice monumento in memoria dell'amico Pellegrino Rossi, destinato alla chiesa di San Lorenzo in Damaso. Lo scultore ritrasse così l'uomo politico seduto, in parte coperto da un mantello e con le gambe accavallate, sia la posa che l'aspetto del personaggio hanno un tono quotidiano, semplice e naturale. Alla notizia di tale commissione il Papa Pio IX volle farsi promotore dell'iniziativa, tanto che nel 1854 il duca decise lo stesso di far eseguire al Tenerani questa statua, a grandezza intera, da collocare, però, in un ambiente della Villa Massimo presso gli Orti Sallustiani. Nel 1854 il modello era pronto, ma l'esecuzione dell'opera si protrasse quasi fino alla morte dello scultore, avvenuta nel 1869, poiché non gli sembrava "mai prossima a quella finitezza, a cui aspirava" (Raggi, 1880, op. cit., p. 300). L'opera si lega ai numerosi monumenti funebri eseguiti da Pietro Tenerani, caratterizzati dalle pose naturali dei personaggi ritratti: in particolare, mostra delle somiglianze con il monumento all'amico pittore Tommaso Minardi (1787-1871) presso il Cimitero Monumentale del Verano di Roma.Altri esemplari: Carrara, Piazza del Risorgimento, replica in marmo eseguita da Scipione Iardella, eretta nel 1876 (Di Majo, Susinno 1989, p.325). |