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bene culturale | dipinto, opera isolata |
titolo | Piazza Navona |
soggetto | veduta di Roma |
tipo scheda | OA_2.00 |
codice univoco | 12 00490402 |
localizzazione | RM, Romaviale Belle Arti 131 |
contenitore | palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, viale Belle Arti 131, Sala espositiva - Sala 27 Allegorie espressioniste del dissenso |
datazione | XX ; 1930 (ca.) - 1930 (ca.) [bibliografia] |
autore | Scipione (Gino Bonichi) (Macerata 1904- Arco, Trento, 1933), |
materia tecnica | olio su tavola |
misure | alt. 79, largh. 80, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna |
dati analitici | veduta di piazza Navona, con in primo piano la Fontana del Moro. |
notizie storico-critiche | Databile al 1930 sulla base della sua prima esposizione alla mostra intitolata a Scipione e Mafai, alla Galleria di Roma, in via Veneto, "Piazza Navona" rappresenta il più noto tra i soggetti dedicati in quel torno di anni alle piazze e alle vedute romane. In questi lavori la visione di Roma dell'artista è allucinata, trasfigurata, vittima della sua stessa storia e della Chiesa che si è macchiata di infamie sanguinarie. Nel dipinto in esame, questa alterazione del dato naturale in senso visionario è sottolineato dall'accentuazione della prospettiva, che ha il suo punto di fuga nell'obelisco della Fontana dei Fiumi, di ricordo metafisico così come i palazzi che si dispongono intorno alla piazza, mentre il primo piano è occupato dalle figure della Fontana del Moro che assumono un aspetto grottesco e a tratti demoniaco; l'intonazione cromatica fumosa, è tutta volta creare una visone infuocata dell'insieme, dalle tinte sanguigne. Sono questi gli elementi caratteristici del linguaggio di Scipione volti conferire alla veduta della piazza barocca un significato esistenziale. Essa diviene, infatti, simbolo dei mali derivati dal potere temporale della Chiesa cattolica, ponendosi in continuità con i dipinti più noti di Scipione, quali soprattutto "Il cardinale decano (Il cardinale Vannutelli)" e "La cortigiana romana" (cfr. Frezzotti 2005). In rapporto all'opera esiste un bozzetto (Fagiolo dell'Arco, Rivosecchi 1988, p. 310, n. 54, tav. X) e un dipinto di attribuzione discussa (Santini 71, n.166) che può forse riferirsi al dipinto segnalato da B. Romani ("Il Messaggero" 3 luglio 1958) come opera fortunosamente ritrovata al Kommissionni Magazin della via Arbat a Mosca. |
bibliografia | Neppi A.( 1930); catalogo mostra( 1935)p. 78, n. 13; Callari F.( 1935); Sinisgalli L.( 1935)p. 5, n. 7; Beccaria A.( 1935)p. 9, n. 29; Anglès R.( 1935)p. 6, n. 111; de Libero L.( 1935); Vitali L.( 1935)p. 23, n. 90; Mezio A.( 1935)p. 24, n. 8; Ragghiant |
definizione | dipinto |
regione | Lazio |
provincia | Roma |
comune | Roma |
indirizzo | viale Belle Arti 131 |
ente schedatore | S51 |
ente competente | S51 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Pancotto P. P.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Piccioni, M.; Funzionario responsabile: Mantura B.Frezzotti, S. |
anno creazione | 1996; 2011 |
latitudine | 41.916344 |
longitudine | 12.482229 |