notizie storico-critiche | Il Pacini riproduce il quadro con il titolo "Massimo d'Azeglio davanti a Pio IX" (cfr. Pacini1932, p. 77). L'identificazione del personaggio, per quanto non accertabile da fonti, risulta plausibile considerando che lo statista liberale accorse a Roma dopo l'elezione del nuovo pontefice Pio IX (16 giugno 1846) incoraggiato dal suo atteggiamento di relativa apertura liberale. La scena potrebbe rappresentare l'incontro avvenuto il 13 febbraio 1847 tra Massimo d'Azeglio ed il pontefice (Manturi, , 1962, ad v., p. 749), durante il quale egli tentò di spronare il papa alle riforme, predicando l'idea liberale, moderata, legalitaria. Il d'Azeglio rimase a Roma fino al 1848 quando si arruolò nell'esercito pontificio. Il quadro si può ragionevolmente far risalire agli anni 1848-49, periodo in cui Galli partecipa alla difesa della Repubblica Romana dai francesi. Il pittore, proveniente dalla nativa Milano, è a Roma già dal 1845 (Falciano, 1998, p. 630) ; presente all'assalto del palazzo papale del 16 novembre del 1849, che costrinse il papa Pio IX (1846-1878) alla fuga verso Gaeta e i combattenti filoguelfi ad abbandonare la città (Hermanin, 1921, p. 78). In questo frangente conobbe i pittori Nino Costa e Domenico e Girolamo Induno oltre alla comunità d'intenti vi fu con questi utlimi anche uno stesso interesse verso la scena storica.In questo periodo dipinse anche la "Dimostrazione notturna davanti al Quirinale" nella collezione della Civica Pinacoteca di Ascoli Piceno (cfr. Ferriani, p. 235, tav. 794) e numerosi schizzi realistici della battaglia oggi perduti (cfr. Hermanin, 1921, p. 78) . Negli anni successivi il Galli, si recherà dapprima a Napoli poi a Venezia, Parigi e Londra, i soggetti varieranno dal religioso, alla ritrattistica fino al mitologico ma non ritornerà più sul tema storico. Egli lavorò nel 1879, ad un quadro ispiratogli dal conflitto russo-turco, dal titolo "Cristo e Mometto che si contendono un mantello rosso simbolo dell'umanità" (ubicazione ignota, cfr. Falciano, 1998, p. 630), che però risolse in chiave simbolica. La scena è ambientata in una stanza priva di orpelli fatta eccezione per il trono del pontefice; la cui veste bianca appare ancora più luminosa se confrontata con la figura del personaggio in piedi in abito scuro. Le dominanti del chiaro-scuro corrisponderebbero alle rispettive fazioni politiche delle figure: il potere temporale e quello laico-liberale. La dominante chiara della composizione associata a Pio IX rappresenterebbe la vittoria del potere temporale rispetto alle idee laico-liberali di d'Azeglio Gioberti, e Balbo. |