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bene culturale | dipinto, ciclo, Affreschi di Villa Rabia detta Pelucca |
titolo | putto sotto un pergolato |
soggetto | putto sotto un pergolato |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 03 00097777 - 10 |
localizzazione | Italia, Lombardia, MI, Milanovia Brera, 28 |
contenitore | palazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera, Sala I |
datazione | sec. XVI primo quarto; 1509 (ca.) - 1510 (ca.) [analisi stilistica; bibliografia] |
autore | Luini Bernardino (1485 ca./ 1532), |
materia tecnica | intonaco/ applicazione su tela/ pittura a fresco |
misure | alt. 50, largh. 72, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Pinacoteca di Brera |
dati analitici | NR (recupero pregresso)Personaggi: putto. |
notizie storico-critiche | Tutti gli affreschi della villa furono strappati e trasportati su tavola da Stefano Barezzi fra il 1821 e il 1822, su incarico della Commissione permanente di Pittura dell'Accademia di Belle Arti di Brera, destinandoli ad arricchire le collezioni della Pinacoteca (su tale vicenda cfr. M.T. Binaghi Olivari, in Pinacoteca di Brera 1988, pp. 268-271).Gli affreschi staccati dalla stanza denominata A nella pianta disegnata dal Beltrami ed illustrante il piano terra della villa (L. Beltrami, Luini 1512 - 1532. Materiale raccolto a cura di Luca Beltrami, Milano 1911p. 203) si ispirano secondo C. Quattrini ( 2004, p. 29) soprattutto al fortunato "Ovidio Methamorphoseos vulgare" di Giovanni Bonsignori, sia nella scelta degli episodi, che nella parziale ripresa di alcuni illustrazioni. Da questa stanza provengono sicuramente la scena della "Metamorfosi di Loti con Teseo e il fiume Acheloo" (identificata anche come la "Metamorfosi di Mirra o come "Apollo e Dafne e il fiume Peneo nella valle del Temple"), il sopracamino con "Famiglia di satiri che compie un sacrificio" e due frammenti probabilmente da identificare con "Priapo e Loti" e una "Ninfa".Il sopracamino giunse a Brera il 27 giugno 1822. Per C. Quattrini (2005, p. 29) l'Ovidio Methamorpheoseos Vulgare di Giovanni Bonsignori offre la chiave per decifrare alcune scene mitologiche affrescate nella Villa: il testo, caratterizzato da una contaminazione fra I Fasti e Le Metamorfosi di Ovidio fu stampato per la prima volta nel 1497 a Venezia da Giovanni Rosso per Lucantonio Giunta e riedito almeno sei volte fino al 1523. Le xilografie, che illustrano la prima edizione sono attribuite alla stessa bottega dell'Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna (1499) e rimpiegate in diverse edizioni successive. Proprio le illustrazioni dell' Ovidio Methamorpheoseos Vulgare sarebbero servite al Luini per la realizzazione di scene di diverso significato e per la rappresentazione simultanea di più storie distribuite fra il primo piano e il fondo ed in particolare per il soggetto di questo affresco, interpretata come "Metamorfosi di Mirra" da G. Mulazzani e come "Apollo, Dafne e il fiume Peneo nella Valle del Tempe" da M.T. Binaghi Olivari. Il testo di Buonsignori, infatti, rimaneggia e contamina passi delle Metamorfosi IX, 330 - 390) e dei Fasti (I, 415 - 440): fra le trasformazioni di donne in alberi narrate da Ovidio, oltre alla favola di Dafne e di Mirra, trovano una certa rispondenza con l'affresco di Luini quelle di Loti e di Driope, nel loro adattamento proposto dal Buonsignori. In particolare il volgarizzamento del Buonsignori, pur rifacendosi alla schema delle Metamorfosi, presenta rispetto ai testi di Ovidio diverse varianti: Loti, che nei Fasti è aggredita da Priapo durante il sonno, ma viene svegliata a tempo dal raglio diel'asino di Sileno, viene destata, nel testo cinquecentesco, dal raglio del sacerdote Argesto (personaggio no presente nel testo ovidiano) e trasformata in pianta: Driope, commossa dalla vicenda della ninfa, si era rifiutata di avere rapporti sessuali con il marito e finì per subire la stessa sorte. L'affresco proviene da una piccola stanza (B) della villa. Per Beltrami ('I dipinti di Bernardino Luini alla Villa Rabia detta La Pelucca, Milano 1991, p. 221) le lunette con i putti dovevano essere originariamente dieci e si trovavano sotto l'imposta di una volta interamente decorata con tralci di vite. Il tema vegetale, secondo lo studioso, sarebbe desunto dallo stemma di Gerolamo Rabia scolpito sul camino della Sala Grande, |
altra localizzazione | luogo di provenienza: Lombardia, MI, Sesto San Giovanni |
committenza | Rabia Gerolamo (1520 ca.) |
bibliografia | Pinacoteca Brera( 1988)pp. 310 - 312, n. 137 e; Quattrini C.( 2005)pp. 25 - 44 |
definizione | dipinto |
denominazione | Affreschi di Villa Rabia detta Pelucca |
regione | Lombardia |
provincia | Milano |
comune | Milano |
indirizzo | via Brera, 28 |
ente schedatore | S27 |
ente competente | S27 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Cresseri M.; Funzionario responsabile: Maderna V.; Trascrizione per informatizzazione: Cresseri M. (2006); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Cresseri M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 2006 |
anno modifica | 2006 |
latitudine | 45.468396 |
longitudine | 9.173009 |