notizie storico-critiche | Il dipinto ritrae la piccola Irene Tallone (1889 - 1905), prima degli otto figli dell'artista. Fu eseguito a Bergamo, presso la cui accademia Cesare Tallone fu docente di pittura dal 1884 al 1898. La bibliografia data l'opera al 1897, lo stesso anno in cui fu presentata alla seconda Biennale di Venezia: la datazione può essere confermata anche tenendo conto della fisionomia dell'effigiata, verosimilmente ritratta all'età di otto anni con indosso l'abito della prima comunione.Il successo del ritratto fu immediato, tanto da spingere la Galleria Nazionale d'Arte Moderna ad acquistarlo, già nel 1897, per le proprie collezioni.Cesare Tallone, durante la sua fortunata carriera di ritrattista, eseguì anche diversi ritratti dei suoi famigliari: la piccola Irene, in particolare, fu la musa che gli ispirò alcuni riusciti lavori di sapore intimista, tra cui "La figlia Irene con i Fiori" o "Fioraia in erba" (1897, ripr. in Cesare Tallone: ritratti e paesaggi, Lovere, 1996, p. 35), "Ritratto di Irene" (1898-99, Comune di Bergamo. Ripr. in Bianchi M. - Palma C., Cesare Tallone 1853-1919, Tesserete, 2008, n. 12), e "Invocazione" (1903, Busto Arsizio, collezione Enrico Bettini. Ripr. in Tallone G., Cesare Tallone, Milano, 2005, p. 110).Il dipinto in esame è da collocarsi nella serie dei grandi ritratti di Tallone: si lega, in particolare, con il "Ritratto di signora in nero" (1894, collezione privata. Ripr. in Tallone G., op. cit., p. 105), del quale condivide l'impostazione della figura, ritratta di tre quarti, e lo sfondo decorativo impostato sui toni dorati, soluzione cromatica spesso adottata da Tallone (v. "Ritratto di Gea della Garisenda", 1911-12, Milano, collezione Rosanna Covi Savazzi. Ripr. in Tallone G., op. cit., p. 119): tale preziosismo risente dell'influenza, forse reciproca (cfr. Tallone, 2005, p.) dell'amico pittore Antonio Mancini. Nel "Ritratto della figlia Irene", inoltre, è ravvisabile il ricordo della ritrattistica di John Singer Sargent e James Abbott McNeill Whistler, artisti con cui era in contatto grazie alla frequentazione, nei primi anni '80, degli studi degli scultori americani Story in via San Martino a Roma (cfr. Biancale M., Antonio Mancini, 1952). |