notizie storico-critiche | Il dipinto ritrae Costanza Monti Perticari (1792-1840), figlia del poeta Vincenzo Monti e moglie del conte Giulio Perticari di Savignano, donna di lettere e poetessa nell'ambito del classicismo arcadico dell'epoca. La sua dedizione agli studi letterari è testimoniata, nel ritratto, dai due libri: sulla costa di quello su cui poggia la mano destra si legge "Virgilius", mentre sull'altro si scorge l'incipit del VI canto del Purgatorio, "Ahi serva Italia...".L'iscrizione sul retro attestante l'esecuzione del ritratto nel 1819, probabilmente non autografa, è da ritenersi erronea: il principe Odescalchi, infatti, in un articolo pubblicato sul "Giornale Arcadico" del 1820, invitava chiunque avesse "gentile animo a vedere il ritratto della contessa Costanza Perticari" nello studio dell'artista, presumibilmente ancora in ultimazione. L'opera risulta certamente terminata nel gennaio del 1821, quando viene annunciata in "Notizie del giorno" (n. 4, Roma, 25 gennaio 1821, p. 1). Da un'ultima lettera di Giulio Perticari ad Agricola del 1° luglio 1821, infine, si apprende che il ritratto è finalmente giunto a Pesaro ("io mi aspettava un quadro voi mi avete mandato un miracolo", cfr. Monti, 1896).L'opera, fortemente attesa dagli interessati, come dimostrano numerose lettere (cfr. Monti, 1896, pp. 326-328; Romano, 1903, p. 105), riscosse un immediato successo nell'ambiente culturale milanese. Vincenzo Monti dedicò ad essa un sonetto, scritto nell'aprile del 1822 ed intitolato "Per un dipinto dell'Agricola", in cui elogia l'artista definendolo "moderno Raffaello": l'opera, in effetti, dimostra evidenti rimandi alla ritrattistica rinascimentale e in particolare alla tavola raffaellesca, di analoghe dimensioni, nota col titolo "La velata" (1513, Firenze, Galleria Palatina. Cfr. Sisi, 2006, p. 70). Nello stesso sonetto, Monti parla di "tela", nonostante il supporto sia in realtà una tavola.Agricola ritrasse nuovamente Costanza nel 1822 nelle sembianze di Beatrice nel dipinto "Dante e Beatrice"; alla "Mostra del Ritratto Italiano" (Firenze, 1911, ripr. p. 77), figurò esposto un altro probabile ritratto di Costanza eseguito dallo stesso Agricola, all'epoca di proprietà di Emilio Saletti di Milano.Il ritratto di Costanza Monti Perticari, insieme a quello di Vincenzo Monti eseguito da Andrea Appiani (Cfr. scheda n. 00827467), passarono in eredità al conte Giacomo Manzoni, patriota romagnolo. Da questi passò a Giuseppe Manzoni Ansidei, presso il quale, nel 1909, fu acquistato dallo Stato Italiano. |