notizie storico-critiche | Nel 1959 il dott. Michele Rosboch donò al Presidente della Giunta Provinciale, che decise di devolverlo alla Provincia di Torino, un quadro del pittore Giacomo Grosso (Cambiano/TO, 1860-Torino, 1938) rappresentante, secondo quanto scritto nel verbale allegato, fiori, firmata e datata 1889. Benché la firma presente sulla tela in esame, abbia indotto a diversa interpretazione (A. Cifani, P. E. Fiora di Centocroci, F. Monetti, La quadreria e gli ambienti aulici di Palazzo Cisterna, Torino, 1996, IV), dal momento che l'iniziale affiancata al cognome Grosso parrebbe essere una F, e la data leggibile sul dipinto si avvicini maggiormente all'anno 1883, tuttavia, le citazioni negli inventari patrimoniali dell'Ente indicano ripetutamente un solo dipinto, raffigurante rose, con attribuzione al pittore Giacomo Grosso. Dall'esame dei documenti d'archivio, emerge, inoltre, l'intenzione nel 1938 da parte dell'Ente, di concerto con la Presidenza del Consiglio, che contribuì economicamente all'impresa, e con la mediazione dello scultore Edoardo Rubino, di acquistare circa una ventina di opere del pittore di proprietà dei figli da donare alla Pinacoteca dell'Accademia Albertina di Torino, presso la quale l'artista aveva insegnato per decenni, formando una numerosa schiera di artisti piemontesi. La raccolta, presentata in occasione della mostra postuma dedicata al maestro tenuta quello stesso anno, grande successo di pubblico, ma parzialmente discussa dalla critica, comprendeva ritratti, per i quali l'artista era particolarmente celebre ed apprezzato dai contemporanei, ma anche scene di genere e vedute. L'iniziale intenzione, da quanto emerge nei documenti conservatisi, era di acquisire anche ulteriori pezzi dello studio del pittore che era stato totalmente inventariato dal prf. Aru, dal dott. Vittorio Viale e dall'ingegnere Ceragioli, con l'intenzione di venderlo in blocco per L. 1.107.150). Tre furono le opere effettivamente acquistate dalla Provincia alla fine delle trattative: il ritratto del padre, un nudo ed un autoritratto per un valore di L. 285.000. Si noti che è possibile individuare un artista che risponda la cognome Grosso abbinato all'iniziale "F", ovvero la poco conosciuta pittrice Felicina, documentata alle esposizione della Promotrice torinese nel terzo quarto dell'Ottocento prevalentemente con paesaggi, E. Bellini, Pittori Piemontesi dell'Ottocento e del primo Novecento dalle Promotrici torinesi, Torino, 1998, p. 223. Tuttavia, il soggetto floreale, in cifre stilistiche molto simili all'esemplare in esame, venne ampiamente praticato dal più celebre Giacomo che espose ripetutamente alle Promotrici torinesi tele dal titolo "Rose"; si veda, a titolo di esempio gli anni 1925, 1962 e 1931, E. Bellini, Pittori Piemontesi dell'Ottocento e del primo Novecento dalle Promotrici torinesi, Torino, 1998, pp. 224-26 (con quotazioni di mercato). Per un esaustivo profilo biografico aggiornato, A. Mascia, voce Giacomo Grosso, in P. Dragone (a cura di), Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1895-1920, Torino, 2003, pp. 338-339. |