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Opera d'arte Ruderi d'un mondo che fu di Cortese Federico (Napoli 1829/1913), a Roma

L'opera d'arte Ruderi d'un mondo che fu di Cortese Federico (Napoli 1829/1913), - codice 12 00491537 di Cortese Federico (Napoli 1829/1913), si trova nel comune di Roma, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Viale delle Belle Arti 131
immagine - immagine non disponibile -
bene culturaledipinto, opera isolata
titoloRuderi d'un mondo che fu
soggettopaesaggio
tipo schedaOA_2.00
codice univoco12 00491537
localizzazioneRM, RomaViale delle Belle Arti 131
contenitorepalazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Viale delle Belle Arti 131
datazioneXIX ; 1891 - 1891 [data]
autoreCortese Federico (Napoli 1829/1913),
materia tecnicaOlio su tela
misurealt. 93.6, largh. 185.5,
condizione giuridicaproprietà dello Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
dati analiticipaesaggio con ruderi di Paestum
notizie storico-criticheAllievo del paesaggista Gabriele Smargiassi all'Istituto di Belle Arti di Napoli, Cortese fu presto attratto dai modi naturalistici e luminosi della Scuola di Posillipo. In seguito, tra il 1854 e il 1864, il pittore si stabilì a Roma dove entrò immediatamente in contatto con Achille Vertunni e Alessandro La Volpe, con i quali si recò a dipingere per la Campagna Romana; da Vertunni inoltre il pittore apprese la lezione palizziana del microtocco luministico e della pennellata materica. Sempre a contatto con la Campagna Romana, l'artista familiarizzò con le rovine romane che cominciarono ad abitare i suoi paesaggi con sempre maggior frequenza, soprattutto negli anni della maturità, in tele di grande formato e ricche di atmosfere suggestive e crepuscolari, che riscuotevano un grande successo di pubblico.Il dipinto in esame raffigura le rovine di Paestum che affiorano da un acquitrino, la Basilica, in primo piano, e il tempio di Poseidon, resi con toni aurorali e con una pennellata d'effetto, materica e sfarfallante, volta a ricreare sentimenti e stati d'animo nutriti di possibili suggestioni simboliche, quasi a voler recuperare tratti del paesaggismo romantico. In un'antica fotografia di Brogi (n. 22737), il dipinto, acquistato all'Esposizione Nazionale di Palermo del 1892, reca in basso a destra, accanto alla firma, la data 1891, ora non più leggibile forse in seguito a un restauro.
bibliografiaGiannelli( 1916)pp. 161-163; Fusco( 1983)p. 776; Fusco( 1991)p. 776; Martorelli( 2003)p. 163; Villari( 2006)n. 9.4, p. 250
definizionedipinto
regioneLazio
provinciaRoma
comuneRoma
indirizzoViale delle Belle Arti 131
ente schedatoreS 51
ente competenteS 51
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Bertozzi F.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Piccioni, M.; Funzionario responsabile: Piantoni G.Frezzotti, S.
anno creazione1997; 2011
latitudine41.916344
longitudine12.482229

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