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bene culturale | dipinto, opera isolata |
titolo | San Gerolamo penitente |
soggetto | San Girolamo penitente |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 03 00097740 |
localizzazione | Italia, Lombardia, MI, Milanovia Brera, 28 |
contenitore | palazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera, deposito |
datazione | sec. XVI ; 1515 (ca.) - 1520 (ca.) [analisi stilistica; bibliografia] |
autore | Cesare da Sesto (1477/ 1523), |
materia tecnica | tavola/ pittura a olio |
misure | alt. 66, largh. 55, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Pinacoteca di Brera |
dati analitici | NR (recupero pregresso)NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | Il dipinto fu acquistato dal Ministro per la Pubblica Istruzione nel 1907 per £ 12.000 presso l'antiquario Antonio Grandi. A. Morandotti ("Il revival leonardesco nell'età di Federigo Borromeo" in "I Leonardeschi a Milano", p. 167) ha rintracciato nella raccolta di poesie "Rabisch", pubblicate da Gian Paolo Lomazzo nel 1589, un sonetto dedicato al nobile Guido Mazenta, scritto nella bizzarra lingua dialettale inventata dallo stesso Lomazzo; nel sonetto si cita un dipinto ("Vugn dor Sest d'un sant cò se tormenta, Batendes furt os stomeg con i pregl") da identificare con tutta probabilità con il San Girolamo ricordato da Morigia nel 1595 presso la collezione di Guido Mazenta a Milano. Il dipinto oggi a Brera, è infatti l'unico fra i tre dipinti di analogo soggetto eseguiti da Cesare da Sesto, in cui il Santo è raffigurato nell'atto di battersi il petto. Il dipinto deve la sua corretta attribuzione a Cesare da Sesto a Giorgio Sinigaglia (1907), con cui concorda tutta la critica successiva. Più problematica è il problema della datazione, precoce (1510-1513) per Malaguzzi Valeri (1908), Suida (1929), Mazzini (1957), Precerutti Garberi (1972), Bora (1980) e Perissa Torrini (1980); Marani (1987) sulla scia di Fiorio (1982), secondo la quale l'uso del fondo scuro nel dipinto rivela un momento abbastanza avanzato dell'attività di Cesare da Sesto, riconosce un probabile termine post quem nel "Riposo nella fuga in Egitto" di Andrea Solario (firmato e datato 1515) (Milano, Museo Poldi Pezzoli): in questo dipinto infatti il volto di San Giuseppe sembra costituire un antecedente immediato del San Gerolamo di Brera. Il dipinto sembra inoltre essere eseguito sotto la direttainfluenza di Leonardo: l'apostolo Filippo del Cenacolo rappresenta il modello più stringente per il dipinto qui esaminato, che ne riprende l'inclinazione del busto, l'atteggiamento dolente del volto e la posizione delle mani rivolte verso il petto. E' probabile pertanto che il dipinto fu eseguito dopo il rientro di Cesare da Sesto a Milano, nella seconda metà del secondo decennio del XVI secolo. In un foglio (ora a Windsor, Royal Library, n. 064), nella parte bassa è lo studio per un San Girolamo inginocchiato con le mani al petto, la cui parte superiore corrisponte esattamente al san Girolamo di Brera. |
altra localizzazione | luogo di collocazione successiva: Lombardia, MI, Milano; luogo di collocazione successiva: Lombardia, MI, Milano |
bibliografia | Pinacoteca Brera( 1988)v. I, pp. 148-149, n. 101; Carminati M.( 1994)pp. 189 - 192, n. 14 |
definizione | dipinto |
regione | Lombardia |
provincia | Milano |
comune | Milano |
indirizzo | via Brera, 28 |
ente schedatore | S27 |
ente competente | S27 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Faraoni M.; Funzionario responsabile: Maderna V.; Trascrizione per informatizzazione: Faraoni M. (1999); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Cresseri M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso); |
anno creazione | 1999 |
anno modifica | 2006 |
latitudine | 45.468396 |
longitudine | 9.173009 |