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Opera d'arte San Girolamo di Cima Giovanni Battista detto Cima da Conegliano (1459-1460/ 1517-1518), a Milano

L'opera d'arte San Girolamo di Cima Giovanni Battista detto Cima da Conegliano (1459-1460/ 1517-1518), - codice 03 00179952 di Cima Giovanni Battista detto Cima da Conegliano (1459-1460/ 1517-1518), si trova nel comune di Milano, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera, sala VI
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bene culturaledipinto, opera isolata
titoloSan Girolamo
soggettoSan Girolamo penitente nel deserto
tipo schedaOA_3.00
codice univoco03 00179952
localizzazioneItalia, Lombardia, MI, Milanovia Brera, 28
contenitorepalazzo, statale, Pinacoteca di Brera, Palazzo di Brera, via Brera, 28, Pinacoteca di Brera, sala VI
datazionesec. XV ; 1493 (ca.) - 1495 (ca.) [bibliografia; analisi stilistica]
autoreCima Giovanni Battista detto Cima da Conegliano (1459-1460/ 1517-1518),
materia tecnicatavola/ pittura a olio
misurealt. 37, largh. 30,
condizione giuridicaproprietà Stato, Pinacoteca di Brera
dati analiticiNR (recupero pregresso)Personaggi: San Girolamo. Attributi: (san Girolamo) sasso; leone; libro. Paesaggi: paesaggio con boschi; montagne; chiesa; castello. Piante: albero.
notizie storico-criticheDa identificarsi forse con quello ricordato da Boschini (1667, p. 567) presso la sacrestia di San Giorgio Maggiore, come opera del 'Lamperto' (identificato dal Puppi (1961, p. 41) come Pasqualino Lamperti detto Pasqualino Veneto). Tale identificazione si fonda su di una antica scritta (sul retro della tavola) che potrebbe indicare la partecipazione di quest'artista all'esecuzione dell'opera. Boteon ed Aliprandi (1893, p. 150) avevano ipotizzato una provenienza da San Daniele, Burkart da Santa Maria Maggiore. Il tronco inaridito, da cui escono dei rami fioriti, è stato identificato (Echols, 1994) come allegoria della salvezza del genere umano tramite il sacrificio di Cristo. Lo stesso tema è ripetuto da Cima in altri dipinti, attualmente ad Harewood House, Washington, Londra e Firenze. Accanto a motivi derivati da Bellini (per esempio il sentiero serpeggiato), si notano influssi fiamminghi (descrizione minuta dei particolari e degli effetti della luce). Secondo Hamfrey (1983) Cima, oltre a conoscere qualche dipinto fiammingo presente nelle collezioni veneziane, potrebbe avere subito influenze nordiche anche tramite Bellini ed Antonello da Messina (cfr. San Girolamo di Antonello, ora a Reggio Calabria, Museo della Magna Grecia), la cui iconografia innovativa trova corrispondenze nel dipinto qui esaminato. Non è escluso che una variante autografa o una copia del dipinto ora a Reggio Calabria si trovasse a Venezia, dove fu vista sia da Durer (incisione) sia da Cima.
altra localizzazioneluogo di provenienza: Veneto, VE, Venezia
altre attribuzioniLamberti (iscrizione sul retro; Boschini, 1664)Veneto Pasqualino detto Lamberto, discepolo Cima (Puppi, 1961)Basaiti Marco (Inv. Nap.)
bibliografiaBoschini M.( 1664)p.557; Puppi L.( 1961)p. 41; Pinacoteca Brera( 1990)v. III, pp. 113-114, n. 55; Echols R.( 1994)p. 45; Rinascimento Venezia( 1999)p. 268, n. 39
definizionedipinto
regioneLombardia
provinciaMilano
comuneMilano
indirizzovia Brera, 28
ente schedatoreS27
ente competenteS27
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Vami A.; Funzionario responsabile: Maderna V.; Trascrizione per informatizzazione: De Francesco A. (1998); Aggiornamento-revisione: ARTPAST/ Cresseri M. (2006), Referente scientifico: NR (recupero pregresso);
anno creazione1994
anno modifica2006
latitudine45.468396
longitudine9.173009

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