notizie storico-critiche | Seguendo quanto riportato sia dalle memorie del pittore, sia dalla biografia di Olivia Rossetti Agresti, il trasferimento di Costa da Roma a Firenze avviene nel 1859, quando, dopo aver deciso di arruolarsi nell'esercito sabaudo a Pinarolo per prendere parte alla guerra d'Indipendenza e in seguito alla delusione per il trattato di Villafranca, si reca nella capitale del Granducato per dipingere per qualche tempo, decidendo invece di rimanervi. Il pittore rimane stabile a Firenze, anche se con molti intervalli, fino al 1870, quando dopo la liberazione di Roma e l'annessione di essa al Regno d'Italia, tornò a vivere nell'Urbe.Il soggiorno di Costa nel capoluogo toscano si rileva molto importante e ricco di conseguenze anche per l'ambiente artistico toscano: prende parte alle discussioni al caffè Michelangiolo legando soprattutto con Serafino De Tivoli e sprona gli artisti locali (in particolare Fattori) a proseguire nello studio del vero e del paesaggio.Il pittore è di nuovo a Firenze nel maggio del 1864, dopo un biennio di viaggi compiuti in Europa, ma solo per un breve periodo, poiché a giugno sarà già a Roma per prendere parte alla lotte risorgimentali nella capitale pontifica e rimanendovi fino alla sconfitta di Mentana. La Rossetti Agresti descrive in maniera dettagliata l'ultima parte del soggiorno fiorentino di Costa, dal novembre 1867 all'agosto 1870 (Rossetti Agresti, pp. 167-173). Il pittore, che in quel tempo conosce Antonia Maria Miniati, che diverrà sua moglie poco dopo il rientro a Roma, prende casa in via di San Frediano, nei pressi della Chiesa del Carmine. Lo studio di Costa è molto frequentato, sia dai pittori fiorentini sia dagli amici inglesi, Leighton e Richmond, con i quali si reca a dipingere per la campagna fiorentina e a Bocca d'Arno o a visitare Masaccio al Carmine e l'Adorazione di Leonardo agli Uffizi. La produzione pittorica di questi anni ha come caposaldo, come sottolineato sia dallo stesso Costa (Costa 1927), sia dalla Rossetti Agresti (Rossetti Agresti 1904, p. 163), il dipinto "Una sera alle Cascine", summa della poetica costiana di quegli anni (acquistato dal reverendo Stopford Brook a Londra nel 1872 e replicato in seguito), in cui il sentimento della natura è enfatizzato da tramonto che infuoca il paesaggio. La scelta di ambientare la scena al tramonto, la presenza di una figura femminile e di un bambino, si ritrova anche nell'inedito dipinto in esame che, proprio in virtù di queste consonanze stilistiche, può essere collocato cronologicamente negli stessi anni, dunque, tra il 1867 e il 1870. Tra le Opere che la Agresti lega al periodo fiorentino vi sono "Vigna fuori Firenze" appartenuta a Lord Carlisle e "Orto vicino Firenze" di Lord Ronald Gower, mentre una veduta della Erta Canina era invece nello studio del pittore, mentre un dipinto dal titolo "Near San Miniato, Florence", forse proprio questo in esame, è stato esposto alla monografica dedicata al pittore alla Wolverhampton Art & Industrial Exhibition del 1902. |