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Opera d'arte Sobborgo di Porta Adriana a Ravenna di Signorini Telemaco (Firenze 1835/1901), a Roma

L'opera d'arte Sobborgo di Porta Adriana a Ravenna di Signorini Telemaco (Firenze 1835/1901), - codice 12 00827457 di Signorini Telemaco (Firenze 1835/1901), si trova nel comune di Roma, capoluogo dell'omonima provincia sita in palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Viale Belle Arti 131, Sala della Madre
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bene culturaledipinto, opera isolata
titoloSobborgo di Porta Adriana a Ravenna
soggettopaesaggio urbano
tipo schedaOA_2.00
codice univoco12 00827457
localizzazioneRM, RomaViale Belle Arti 131
contenitorepalazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Viale Belle Arti 131, Sala della Madre
datazioneXIX ; 1875 - 1876 [bibliografia]
autoreSignorini Telemaco (Firenze 1835/1901),
materia tecnicaolio su tela
misurealt. 58, lungh. 98,
condizione giuridicaproprietà dello Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
dati analiticiVeduta urbana della Porta Adriana a Ravenna con figure
notizie storico-criticheCome risulta dalla "Cronologia Autobiografica", Signorini si recò a nel 1875 a Ravenna, dove eseguì la tela in esame, insieme ad altre (ad esempio Bari, Pinacoteca Provinciale), come scritto anche dalla nota lettera di presentazione che il pittore scrisse al Presidente della Reale Accademia di Belle Arti di Firenze (Somarè, 1926, cit. p. 277). A questo ventaglio di opere appartiene anche un disegno intitolato "Una via di Ravenna" (cfr. Monti 1984, p. 116), eseguito dal vero, datato dall'autore al 1876, che ha portato Monti a datare anche l'opera in esame alla stessa data, non trovando seguito nel resto della critica."Sobborgo di Porta Adriana" è considerato un'opera spartiacque nella carriera di Signorini, che apre alle vedute cittadine degli anni '80, soprattutto eseguite in Inghilterra e in Scozia prima, a Firenze e Settignano poi. Strette sono le affinità con le vedute di De Nittis e la scuola di Resina: tra il 1871 e il 1872, il pittore passa del tempo tra Roma e Napoli, e in quest'ultimo soggiorno, in compagnia di Cecioni, entra in contatto con De Gregorio, Rossano e altri. L'anno seguente, nel 1873, Signorini si reca a Parigi entrando in contatto con l'ambiente della pittura "à la mode" commerciata da Adolphe Goupil che lo portò ad elaborare alcuni dipinti, proprio nel biennio 1873-1875, che concedevano molto al gusto del mercato, con una pittura ad effetto e virtuosa, ricca di colore e cromaticamente caratterizzati da tinte chiare e luminose, su modello di Fortuny, da cui però si discosterà quasi subito (cfr. Monti 1997).È riconducibile, dunque, a questa serie di incontri il cambio di rotta nell'opera di Signorini riscontrato dalla critica, forse influenzato anche da esempi giapponesi (cfr. Farinella 2009), come notato anche da Francesco Netti all'Esposizione Nazionale di Napoli del 1877 - che la considerava una delle opere capitali di quella rivoluzione stilistica capeggiata da Michetti che chiamò "l'impero del bianco" - e rilevabile soprattutto in alcune opere coeve.Caratteristica del dipinto è la dilatazione della prospettiva, che sembra centrale ma che in realtà è decentrata, al fine di permettere una maggiore ariosità dello spazio anche grazie alla resa atmosferica, indice di una volontà antinaturalistica di superare la stagione macchiaiola. A questa si aggiunge la predilezione per soggetti disimpegnati e possibilmente aneddotici, evidente retaggio del rapporto con i pittori meridionali degli anni Settanta e del contatto col mercato. Secondo Ettore Spalletti (Spalletti 94) questi erano espedienti per superare la veduta urbana alla De Nittis - che Signorini aveva praticato a Parigi ed Edimburgo - una interpretazione opposta a quella di Raffaele Monti (Monti 1984) che vi vede, invece, un accogliere e copiare questo genere.
bibliografiaMonti( 1984)pp. 114-116, fig. 102; Spalletti( 1991)pp. 342-343; Spalletti( 1994)p. 31, n. 22, pp. 85-86; Monti( 1997)p. 25; Pistone( 1997)n. 59, pp. 92-93, 272; Dini( 1997)p. 272; Bietoletti( 2003)p. 359; Lafranconi( 2006)n. 10.17, p. 266; Spalletti( 2009
definizionedipinto
regioneLazio
provinciaRoma
comuneRoma
indirizzoViale Belle Arti 131
ente schedatoreS51
ente competenteS51
autori della catalogazioneCompilatore scheda: Osti Guerrazzi A. M.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Piccioni, M.; Funzionario responsabile: Piantoni G.Frezzotti, S.
anno creazione1995; 2011
latitudine41.916344
longitudine12.482229

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