dati analitici | In primo piano, giocate su toni di grigio e bruni, sono rappresentate le acque, lievemente increspate, del fiume Po. Sull sfondo, sviluppandosi orizzontalmente, per buona parte della lunghezza della tela, è collocato un ponte dalle ampie arcate a sesto ribassato reso con tinte chiare, al cui termine, sulla sinistra, si scorge un sentiero in mezzo agli alberi. Dietro ad esso a larghe pennellate sono rese le verdi chiome degli alberi che occultano la vista di colline appena accennate. Nella parte superiore del dipinto ampio brano di cielo solcato da nubi. La tela è posta entro cornice con profilo e luce rettangolare. Battuta liscia; dorata. Fasce di colore scuro. Tipologia a fasce modinate. Sul retro, in alto, gancio metallico per sospensione.Soggetti profani. Paesaggi: paesaggio fluviale; sentiero; colline. Piante: alberi. Costruzioni: ponte. |
notizie storico-critiche | Il dipinto, unitamente ad altre opere, secondo una politica di promozione degli artisti di origine piemontese o attivi in Piemonte promossa dall'Ente nel corso del Novecento, venne acquistato dalla Provincia di Torino per L. 600 all'Esposizione della Società Promotrice delle Belle Arti del 1940, 12° Esposizione del Sindacato Interprovinciale Fascista di Belle Arti in Torino, catalogo della mostra (Torino, Palazzo della Società Promotrice, maggio-giugno 1940), Torino, 1940, p. 56, n. 536. L'autore (Mondovì/CN, 1878-Torino, 1941), è stato oggetto di una rivalutazione critica di cui è testimonianza una recente monografia. Formatosi all'Accademia Albertina con Giacomo Grosso, Pier Celestino Gilardi e Andrea Tavernier, sull'onda lunga della scuola paesaggistica piemontese ottocentesca, esordì alla Promotrice nel 1897, partecipando a molti importanti avvenimenti culturali piemontesi nei primi decenni del secolo e, tentando, talvolta con difficoltà, di affermarsi alle Biennali Veneziane. Tra il terzo ed il quarto decennio del Novecento, in coincidenza con un maggiore apprezzamento di critici come Emilio Zanzi e Marziano Bernardi per la sua produzione paesaggistica, obliando altri generi, tra cui il ritratto, ripetutamente trattati dal pittore che sino agli anni venti fu fortemente influenzato dalla tecnica divisionista e da una concezione simbolista del fare pittorico, declina verso una resa più sintetica, attenta alla resa della luce, con una tavolozza più leggera, come denota anche l'esemplare in esame. Tuttavia, la tematica scelta, una veduta delle sponde del Po, ricorre frequentemente nella produzione del pittore già nei decenni precedenti, ove, accanto alla campagna, spesso compaino scorci cittadini. Bibliografia di riferimento: A. Panzetta, Guido di Montezemolo 1878-1941, Torino, 1994, pp. 20-23, 286, nn. 112-113; M. L. Reviglio della Veneria, voce Guido di Montezemolo, in P. Dragone (a cura di), Pittori dell'Ottocento in Piemonte. Arte e cultura figurativa 1895-1920, Torino, 2003, pp. 328-329. La cornice, sia per la tipologia, estremamente semplice, sia per la presenza sul retro di etichette inventariali dell'Ente e dell'esposizione alla Promotrice, è da considerarsi coeva al dipinto. |