notizie storico-critiche | Dopo gli studi all'Accademia di Venezia con Ludovico Lipparini e Michelangelo Grigoletti ed un breve soggiorno a Bologna prima - per sfuggire alla coscrizione austriaca - e a Milano poi, l'artista, tornato nella natia Verona nel 1849, decide nel 1853 di trasferirsi a Firenze, città allora animata da nuovi fermenti artistici e culturali, per aggiornare la sua pittura. Frequenta il Caffè dell'Onore e il Caffè Michelangelo, e stretta amicizia con Telemaco Signorini ed Odoardo Borrani, inizia a dipingere dal vero con i nuovi compagni i paesaggi della campagna toscana, affascinato dagli effetti di luce. Abbandonata progressivamente la sua pittura di stampo accademico, Cabianca tra il '58 e il '59 aggiorna il suo stile negli impasti e nel chiaroscuro, iniziando a sperimentare la pittura "di macchia", divenendo presto, scriverà Adriano Cecioni, "il più dichiarato, il più violento, il più assoluto macchiaiuolo" (Cecioni, 1932, p. 185).Lo Studio di donna a Montemurlo appartiene a un periodo di poco successivo ma strettamente legato a questa prima fase di ricerche dal vero dal marcato gusto chiaroscurale. Fu eseguito tra il '61 e il '62 a Montemurlo, piccolo paese nei pressi di Prato, durante un soggiorno del pittore in compagnia di Cristiano Banti. I due artisti avevano da poco effettuato, insieme a Telemaco Signorini, un viaggio a Torino e a Parigi e proprio il viaggio nella capitale francese fu l'occasione per approfondire la conoscenza della pittura dei Barbizonniers, di Camille Corot e per apprezzare la pittura dei campi di Jules Breton. Banti e Cabianca effettuarono in quegli anni nel paese toscano e in altre località italiane una lunga serie di studi e ricerche formali in cui è possibile ravvisare una stretta comunanza d'intenti e di atmosfere. Come La filatrice di collezione privata (I Macchiaioli, 1976, n.32), La Donna e bambino e lo Stalletto della Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti, anche Studio di donna a Montemurlo è caratterizzato dalla forte attenzione al dato realistico del soggetto e ai giochi di luce: la donna è raffigurata seduta, con le mani in grembo su uno sfondo verde che da risalto alla forza costruttiva dei colori bianchi e ocra della veste della contadina. |