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bene culturale | dipinto, opera isolata |
titolo | Una pineta a San Rossore |
soggetto | paesaggio |
tipo scheda | OA_2.00 |
codice univoco | 12 00491518 |
localizzazione | RM, RomaViale delle Belle Arti 131 |
contenitore | palazzo, espositivo, Galleria Nazionale d'Arte Moderna, Viale delle Belle Arti 131 |
datazione | XIX ; 1863 - 1870 [analisi stilistica] |
autore | Benassai Giuseppe (Reggio Calabria 1835/1878), |
materia tecnica | olio su tela |
misure | alt. 34.7, largh. 70.3, |
condizione giuridica | proprietà dello Stato, Galleria Nazionale d'Arte Moderna |
dati analitici | paesaggio toscano con pini e buoi |
notizie storico-critiche | Giuseppe Benassai, di origine calabrese, si allontanò dal regno di Napoli nel 1857 per raggiungere Roma, forse in seguito a problemi di ordine politico. Nell'Urbe entrò in contatto con Nino Costa e con Achille Vertunni; negli anni romani fu influenzato dal paesaggismo classico riletto in chiave moderna di quest'ultimo, rimanendo suggestionato dalla "Pia de Tolomei" (1853-54) e producendo una serie di opere ad esso ispirate. Anche le vedute dell'agro romano, dipinte in quegli stessi anni, risentono dell'influenza del pittore napoletano e dimostrano la contiguità dei due artisti.Il trasferimento a Firenze, collocabile nel 1863, coincise con la conoscenza della pittura macchiaiola al Caffè Michelangiolo che portò il pittore a realizzare una serie di lavori incentrati su tematiche affini a quelli dell'esperienza romana e in continuità con essi, ma con rinnovata attenzione alla luce naturale. In questo contesto Benassai, con un'accezione personale della poetica della macchia volta a ricreare l'armonia della natura, dipinse "Una pineta a San Rossore", considerato il suo capolavoro per sapienza compositiva e per uso del colore. La modulazione di toni del verde (da quello cupo delle fronde, a quello acido e tendente al giallo dell'erba), infatti, è orchestrata in maniera armonica e razionale, tanto da apparire quasi come una composizione musicale e poetica sulle variazioni di quel colore (Durbè 2003, p. 82); allo stesso modo, la posizione dei buoi all'interno della composizione è perfettamente bilanciata e ritmata (ibidem).La datazione dell'opera è da riferire al periodo trascorso dall'artista nell'ambiente fiorentino, fra il 1863 e il 1870, poiché dopo tale data il pittore si dedicò prevalentemente alle arti industriali e alla pittura su ceramica; Durbè tuttavia restringe il periodo al biennio 1867-65 per motivazioni strettamente stilistiche. È verosimile, inoltre, che il dipinto sia identificabile con quello intitolato "Campagna con buoi (San Rossore)" esposto postumo nel 1879 alla Mostra della Società Promotrice di Torino (cfr. Di Majo 2006). In seguito, nel 1896, il dipinto fu acquistato dallo Stato forse per via del soggetto che ritraeva una porzione della tenuta nel pisano passata dopo l'Unità d'Italia ai Savoia (cfr. Ibidem). |
bibliografia | Valente( 1993)pp. 99-100; Durbé( 2003)pp. 82, 92; Di Majo( 2006)n. 10.1, p. 258 |
definizione | dipinto |
regione | Lazio |
provincia | Roma |
comune | Roma |
indirizzo | Viale delle Belle Arti 131 |
ente schedatore | S 51 |
ente competente | S 51 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Bertozzi F.; Funzionario responsabile: Compilatore scheda: Piccioni, M.; Funzionario responsabile: Piantoni G.Frezzotti, S. |
anno creazione | 1997; 2011 |
latitudine | 41.916344 |
longitudine | 12.482229 |