notizie storico-critiche | Anche in questo dipinto, come nel n. 118 (Spassi d'inverno) che ne è il pendant, Peeter Gijsels I, pittore di paesaggi con scene rustiche e di nature morte, conferma la sua rilettura dei temi che avevano appassionato l'arte del tardo Cinquecento e primo Seicento fiammingo. La composizione è anzi ancor più tradizionale, con tutti I luoghi comuni delle rappresentazioni dell'estate fissati nel repertorio iconografico fiammingo fin dal Cinquecento: la raccolta della frutta, la mietitura, le spigolatrici, I contadini a riposo nella calura accanto ai covoni. Anche i rossi vivaci ed i blu brillanti negli abiti dei personaggi fammo parte di una tradizione bruegheliana cinquecentesca. Tuttavia varie novità conferiscono un sapore più attuale alla scena. Gli accidenti della luce sono osservati in modo più naturalistico e poco schematico: le nuvole di passaggio davanti al sole proiettano sulla terra un'ombra che si intuisce passeggera, mentre I lontani sfumano non già nell'indaco, come nei dipinti della cerchia bruegheliana, ma nella caligine lattiginosa del solleone, come succede nella campagna d'estate; e il gioco di sbattimenti di luce, che in Jan Brueghel animava l'atmosfera attraverso le chiome degli alberi, in un coinvolgimento potente e misterioso, qui diviene una semplice e logica conseguenza di nuvole e venti. In questo senso il paesaggio inv. n. 123 è più razionale e 'moderno', anche in confronto ad altre prove del Gijsels, quali i quattro paesaggi firmati nella Gemäldegalerie di Dresda più appoggiati all'esempio del grande maestro anversese (inv. n. 1154, 1155, 1156, 1158). Anche la costruzione prospettica sottolinea una spaziosità geometrica un po' secca e marcata, che è tipica di questo pittore, come si può notare sia nel pendant n. 118 che in altri dipinti tardi come la Danza intorno all'albero di maggio (Bruxelle, Gall. Finck; Y. Thiéry, M. K. de Meerendre, Les Peintres flamands de paysage au XVII.e siècle. Le baroque anversois, s.l. 1987, p. 8, 238). D'altra parte la scena della raccolta di frutta, con l'ampia cesta ricolma, richiama l'attività di specialista in nature morte che vede il Gijsels impegnato in opere anche in formato più grande, come la Cacciagione, frutta e verdura su tela di Anversa, Musée Royal des Beaux Arts, inv.n. 673, che è firmata nella stessa forma del n. 118 ('Petrus Geysels'), o i Fiori e Frutta presso una fontana del Rijksmuseum di Amsterdam, inv. n. 1007W (E. Greindl, Les Peintres Flamands de Nature Morte, Bruxelles 1956, p. 87, 170). Anche qui la tematica prospettica e spaziale è insistita, specialmente nel dipinto di Amsterdam che colloca un po' forzatamente gli oggetti entro un' architettura magnifica e solenne, che permette con la sua complessità di trasformare in una sorta di panorama o di veduta il consueto dispiego di elementi vegetali ed animali tipico delle 'cucine'fiamminghe. Se vogliamo, tale principio di dilatare la scena con ambientazioni diverse era già tipico delle'cucine' cinquecentesche alla Beuckelaer o alla Aertsen, che aprono sempre gli sfondi a scene bibliche o moraleggianti apparentemente estranee alle ricche mostre dei primi piani, ed in verità collegate tra di loro dai significati allegorici. Tale linguaggio simbolico è apparentemente ancora attuale per il Gijsels, che però non ne sfrutta la capacità polemica e si limita a rafforzare con quegli sfondi i simboli esposti nel primo piano. Anche qui, come nel n. 118, il significato della scena si riferisce ad un'età della vita, e più precisamente (trattandosi dell'estate) la maturità. Maturi sono i pomi rossi che si raccolgono dall'albero e che si pesano; maturi sono gli sposi che assistono alla scena con i loro bambini; ed anche gli uccellini rappresentati sugli alberelli hanno già fatto il nido, e dunque la loro famiglia. Matura è l'estate che regna nei campi, le spighe raccolte a fastelli sono bionde e piene; il sole è alto nel cielo. Anche la bilancia che pesa i pomi, retta dalla donna con il cappello di paglia, sta in equilibrio, simboleggiando la soddisfazione raggiunta. Un'altra redazione del dipinto, con la scena della raccolta dei pomi un po' più defilata e posta sulla sinistra, ma con un'interpretazione assai affine delle luci e dei colori della campagna, in collezione privata, è pubblicata in J. de Maere, M. Wabbes (a cura di J.A. Martin), Illustrated Dictionary of 17th Century Flemish Painters, Bruxelles 1994, II, p. 500. Sul dipinto si veda Huys Jansen P./ Squellati Brizio P., Repertory of the Dutch and Flemish Paintings in Italian Public Collections. Tuscany in corso di stampa. |