notizie storico-critiche | Formatosi al collegio artistico "Venturoli" di Bologna con L. Busi, pittore favorevole al rinnovamento in senso realistico della tradizionale pittura di storia, Faccioli si iscrive in seguito all'Accademia di Belle Arti seguendo i corsi di pittura con il toscano Antonio Puccinelli, promulgatore del purismo fiorentino. Nel 1863 presenta per la prima volta due sue opere alla Prima Esposizione Emiliana, e nel 1867 vince la pensione Angiolini, che gli consente di trasferirsi a Firenze per studiare con Saverio Altamura, e poi a Roma. Le opere degli anni Settanta presentano già le caratteristiche della sua pittura, basata su un'accuratezza di esecuzione e di descrizione nel rappresentare tematiche storiche non prive di un certo sentimentalismo con tendenza moraleggiante. Negli anni successivi si allontana dai temi storici per affrontare soggetti veristi, scene di vita quotidiana, realizzate con un certo patetismo di fondo in cui indugia su temi di facile presa emotiva che gli tributano un successo di pubblico e critica. Il congedo dalla nonna fu premiato all'Esposizione di Parma nel 1870, Le ore due nella piazza S. Marco all'Esposizione universale di Vienna nel 1873, Nessun maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella disgrazia (Bologna, Galleria comunale d'arte moderna) ottiene a Bologna nel 1875 il premio Curlandese. Tuttavia, la popolarità che l'artista ottiene sulla base di questo repertorio di temi famigliari e sentimentali proprio di molto verismo italiano, non lo rende esente da stroncature: nel 1873 Panzacchi, nel "Monitore di Bologna", recensendo il suo Una prima lacrima d'amore invita il pittore a non oltrepassare il limite che separa "il vero dal manierato, la naturalezza dall'affettazione, (...) il dolce dal mellifluo, il sentimento vero dalla svenevolezza uggiosa". L'artista a partire dagli anni Ottanta si allontana dai soggetti propriamente veristi per accostarsi a tematiche di tono intimistico-borghese, allora in voga in tutt'Europa, pur senza abbandonare il patetismo di fondo. A questo filone appartiene Viaggio triste, presentato all'Esposizione romana del 1883, ottenendo un immediato successo. La proposta d'acquisto da parte del Kedivé d'Egitto, inoltrata in prima istanza, fu sopravanzata da quella della commissione governativa per la costituenda Galleria; per l'autorità africana, in risarcimento, l'artista s'impegnò a realizzare una replica, che divenne poi variante (Vicit amor patriae) raffigurante - nel medesimo ambiente - la madre di un volontario che riconduce a casa il figlio ferito in guerra, opera presentata con altrettanto successo all'Esposizione Nazionale di Torino del 1884 (Torino 1884, n.779). In Viaggio triste, così come nelle opere In partenza e Vicit amor patriae, il tema dell'interno borghese è affidato allo scompartimento del treno, mezzo di trasporto, moderno e borghese per eccellenza. La luce, proveniente dal finestrino, si sofferma sui volti della madre e del figlio addormentati, creando un effetto di sospensione emotiva del racconto. Il soggetto patetico è reso con verismo fotografico e gusto illustrativo, usando le tonalità che giostrano su tutta la gamma dei pastelli, sui bruni, ai quali mischia il rosso, e, sulle tinte naturali. Alla fine del secolo, Faccioli sarà successivamente influenzato dal clima simbolista dominante in tutta Europa. |