dati analitici | Monumento commemorativo ai caduti della prima guerra mondiale, costituito da una monumentale Vittoria alata in bronzo, poggiante su una mensola marmorea ed innestata sull'angolo nordorientale del palazzo comunale (all'incrocio fra Piazza Vittorio Veneto e Piazza Rondani) per il tramite di una coppia di lapidi marmoree che recano incisi in ordine alfabetico (e quasi custoditi sotto le ali della grande figura allegorica che ne consacra il sacrificio con la corona di lauro librata in alto) i nomi degli eroi caduti. Sulla base delle due lapidi sono stati incisi, in un secondo tempo, anche i nomi dei caduti "nella conquista dell'impero". Dopo il secondo conflitto mondiale sono state aggiute, ai lati del monumento, altre due lapidi che ricordano i caduti del 1940-1945.NR (recupero pregresso) |
notizie storico-critiche | A partire dall'anno 1919 il Comitato Assistenza Civile di Traversetolo, sostenuto dal desiderio della popolazione, si fece promotore di una iniziativa a ricordo dei Caduti del conflitto mondiale appena terminato. La prima idea fu quella di erigere una targa alla memoria da collocarsi sulla facciata del Municipio verso l'allora via Umberto I. All'iniziativa si unì il Comune che, con l'intento di ricordare contemporaneamente i martiri del Risorgimento, mise a disposizione 1000 lire. In breve l'entusiasmo per l'iniziativa si diffuse, la popolazione raccolse offerte ed il Comune noiminò un Comitato che si occupasse del progetto e dei fondi. Il Comitato prese contatti con lo scultore traversetolese Renato Brozzi, in quel tempo a Roma per lavoro, affinchè elaborasse un progetto. Dopo alcuni mesi l'artista mandò la fotografia di un bozzetto composto da due lapidi mermoree legate da una Vittoria alata che regge una ghirlanda d'alloro. Il progetto piacque molto, ma ci fu anche chi sostenne, a nome della popolazione, il desiderio di erigere un vero monumento, da collocarsi in una piazza dle paese. Fu perciò riformulato al Brozzi l'invito per un nuovo progetto, ma l'artista, irritato, rispose che un monumento sarebbe costato una cifra esorbitante per le potenzialità del paese, per cui, se la sua proposta non piaceva, egli si riteneva sciolto da ogni impegno. I lavori furono così ufficialmente sospesi, ma le insistenze della popolazione costrinsero il sindaco a riesaminare la questione. Furono perciò ripresi i contatti col Brozzi cercando una soluzione che mettesse d'accordo le parti. L'artista si rese disponibile a modificare in senso monumentale il bozzetto originario: la Vittoria avrebbe potuto essere realizzata come una statua a tuttotondo e, pur mantenendo intatta l'idea dell'appoggio alla parete esterna del Municipio, si sarebbero potute aumentare le dimensioni, ottenendo un monumento parietale di m. 3.50 in altezza e m. 2.50 in larghezza, con la figura della Vittoria alta m. 2.50. La spesa sarebbe certamente aumentata ma lo scultore sperava di poter recuperare il bronzo per la fusione direttamente dallo Stato per concessione di materiale bellico in distruzione. Nell'aprile del 1922 il sindaco propose la costituzione di un Comitato "pro erigendo monumento" che fosse in grado di raccogliere i fondi necessari poichè il Comune avrebbe dovuto provvedere anche alla sistemazione della piazza e al riordino della facciata dle Municipio. Eletto il Comitato, si diede corso ad un fitto numero di iniziative per far fronte alla spasmodica necessità di fondi, ma la popolazione non rispose secondo le aspettative e i lavori andarono a rilento in un continuo alternarsi di entusiasmi e frustrazioni. Finalmente, nell'ottobre del 1922 Brozzi comunicò da Roma che tutto era pronto per la fusione, ma ben presto, poichè non erano stati raccolti fondi sufficienti, i lavori dovettero subire una nuova battuta di arresto. Nel gennaio del 1923 Gabriele D'Annunzio, amico e committente di spicco del Brozzi, annunciò per suo tramite di aver preparato un'epigrafe per la "Vittoria angolare" e di voler presenziare personalmente all'inaugurazione. Nella Pasqua del 1923 Brozzi fece ritorno a Traversetolo per poter sovrintendere personalmente ai lavori di ristrutturazione della piazza e a quelli di collocamento del basamento marmoreo, opera del traversetolese Leoni, su cui avrebbe appoggiato la Vittoria. Le modifiche che l'artista intese apportare all'edificio municipale riguardarono la zoccolatura, che venne sostituita da un gradinata chiusa da due lati da una balaustra con finiture in ferro battuto (ringhiera, reggibandiera, lampada e reggicorona, opera dell'artigiano locale Rosolino Guarnieri). Finalmente, trasportata in una gabbia di legno, giunse la Vittoria, solennemente inaugurata il 27 maggio 1923. Alla cerimonia tanto attesa e tanto celebrata venne a mancare la presenza di D'Annunzio, che all'ultimo momento cancellò l'impegno, ma che battezzò il monumento con il motto "Custodiae Custos" e ne dettò l'epigrafe, a tutt'oggi innestata ai lati del basamento marmoreo. La collocazione della monumentale figura muliebre su un angolo del Palazzo comunale costituisce una soluzione innovativa ma non del tutto originale, e in tutto simile a quella messa in opera dallo scultore Angiolo Del Santo (1882-1938) per il monumento ai Caduti di La Spezia, inaugurato il 24 maggio di quello stesso 1923, dove la monumentale gloria alata (m.3.50) è colta nell'atto di schiacciare col piede una testa di gorgone, simbolo del male su cui gli eroi hanno trionfato, e di consacrare il loro sacrificio con una foglia di palma che tiene in alto nell'atto di spiccare il volo. Rispetto alla mossa figura di Del Santo, la "Vittoria" di Renato Brozzi presenta una struttura assai più soda e compatta, quasi architettonica nel netto definirsi dei profili e nel largo stendersi dei piani, appena attenuata dal decorativismo del panneggio che increspa le superfici con studiata eleganza. |