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bene culturale | dipinto, opera isolata |
titolo | Vue de ma vigne dans le temps de vendanges |
soggetto | veduta di una vigna |
tipo scheda | OA_3.00 |
codice univoco | 01 00351202 |
localizzazione | ITALIA, Piemonte, TO, Torinovia XX Settembre, 86 |
contenitore | palazzo, Manica Nuova, Palazzo Reale, via XX Settembre, 86, Galleria Sabauda |
datazione | sec. XIX fine/ inizio; 1799 (post) - 1804 (ante) [data] |
autore | Pécheux Lorenzo (1729/ 1821), |
materia tecnica | tela/ pittura a olio |
misure | cm, alt. 35.5, largh. 51, |
condizione giuridica | proprietà Stato, Ministero per i Beni e le Attività Culturali |
dati analitici | cornice in legno dorato e intagliato.Paesaggio: vigna; casolari; montagne. Fenomeni naturali: nubi. |
notizie storico-critiche | La “Vue de ma vigne dans le temps de vendanges” è molto probabilmente uno studio preparatorio per un dipinto di più grandi dimensioni, eseguito da Lorenzo Pécheux tra il 1799 e il 1804. L’opera è segnalata nelle “Notes sur le cours de ma vie” e datata al 1804 (Torino, Accademia delle Scienze, Mss. 630), assieme al suo pendant datato 1801 rappresentante i “Dintorni di Tivoli con Mecenate, Virgilio e Properzio che ascoltano Orazio recitare un’ode”. Entrambi i dipinti pervengono nel 1821 a Carlo Emanuele Pécheux, il figlio del pittore. Nel 1942, Bollea segnala che gli eredi dell’epoca ignorano la localizzazione di queste due tele (Bollea, 1942, pp. 352, 441, 443), che sono ancora oggi disperse. Il bozzetto preparatorio per la “Vue de ma vigne dans le temps de vendanges” è rimasto inedito fino al 1980, quando viene pubblicato da Franca Dalmasso. L’anno seguente, viene acquistato dallo Stato Italiano per la Galleria Sabauda per 7.000.000 di lire. Dalmasso nota anche la scelta di Pécheux di comporre in pendant due diversi tipi di paesaggio, uno storico e l’altro dal vero. Nel 1987, Sandra Pinto mette in dubbio l’autografia dell’opera e “ritiene di dover assumere con molta prudenza l’iscrizione, apposta dai discendenti in epoca recente, e valutare l’ipotesi che il dipinto possa essere opera di uno dei figli di Lorenzo Pécheux” (Pinto, 1987, nota 13, p. 105). Sylvain Lavessière dissente da quest’ultima interpretazione e sostiene che l’opera “ne nous semble pas devoir être retirée à Pécheux” (Lavessière, 2012, p. 234). Lavessière segnala inoltre che la vista rappresentata nel bozzetto è effettivamente quella che si può apprezzare da una proprietà, detta Vigna dell’Archino, che venne acquisita da Lorenzo Pécheux al più tardi nel 1786, quando Giovanni L. Grossi scrive nella sua “Guida alla Ville e Vigne del territorio di Torino, e contorni” (Torino, 1786, t. II, p. 10): “L’Archino vigna con palazzina, e Cappella, del Sig. Lorenzo Pécheux primo Pittore di S.M. posta nella valle Cuniolo vicino alla villa Panissera”. La proprietà di questo fondo si è trasmessa nella famiglia Pécheux almeno fino al 1914 (Baudi di Vesme, III, 1968, p. 790). La scelta di realizzare due paesaggi in una fase tardiva della carriera di Pécheux dimostra l’interesse del pittore per una delle nuove mode culturali in voga in Europa durante i primi decenni dell’800: il paesaggio. Tuttavia, non bisogna dimenticare che l’artista francese si era già confrontato con questo genere di pittura verso il 1764, quando dipinge “pour M. Randon de Boisset deux pendants de paysages d’après nature à Tivoli, l’un Une grotte d’où sort le Teverone par la grande cascade, l’autre Les Cascatelles” (Bollea, 1942, p. 394). Se questi due dipinti non sono oggi localizzati, il rapporto di Pécheux con il genere del paesaggio è documentato grazie ad un disegno rappresentante una vista del Foro Romano realizzato durante gli anni del suo soggiorno romano (collezioni privata, Lavessière, 2012, n. 8, p. 75). Il confronto tra questo disegno ed il bozzetto preparatorio per la “Vue de ma vigne dans le temps de vendanges” permette di apprezzare l’evoluzione dello stile di Pécheux. Il suo approccio al tema del paesaggio verso il 1760 prova la sua conoscenza dell’opera di altri artisti francesi che lavoravano a Roma in quegli stessi anni, come Hubert Robert et Jean-Baptiste Lallemant. All’opposto, il bozzetto torinese mostra la sua voglia di confrontarsi con la rappresentazione moderna del paesaggio elaborata sul finire del ‘700 da Pierre-Henri de Valenciennes. Una scelta che, come ha giustamente notato Franca Dalmasso, era probabilmente “inedita in Piemonte” (Dalmasso in Castelnuovo/ Rosci (a cura di), 1980, p. 19, n. 15). |
altra localizzazione | luogo di esposizione: ITALIA, Piemonte, TO, Torino; luogo di deposito: ITALIA, Piemonte, TO, Moncalieri |
bibliografia | Castelnuovo, Enrico/ Rosci, Marco (a cura di)( 1980)Vol. I, pp. 19, n. 15; Vol. III, p. 1470; Pinto, Sandra( 1987)p. 105, n. 13; Dragone, Piergiorgio (a cura di)( 2002)pp. 104, 106; Laveissière, Sylvain (a cura di)( 2012)pp. 233-235, n. 114 |
definizione | dipinto |
regione | Piemonte |
provincia | Torino |
comune | Torino |
indirizzo | via XX Settembre, 86 |
rapporto | RAPPORTO OPERA FINALE/ORIGINALE: Stadio opera: bozzetto, Opera finale/originale:dipinto, Soggetto opera finale/originale: Vue de ma vigne dans le temps de vendanges, Autore opera finale/originale: Pécheux Lorenzo, Data opera finale/originale: , |
ente schedatore | S67 |
ente competente | S67 |
autori della catalogazione | Compilatore scheda: Omodeo, Christian; ; Funzionario responsabile: Referente scientifico: Gabrielli, EdithLanzoni, Alessandra; Aggiornamento-revisione: Cermignani, Davide (2013), S67, Funzionario responsabile: Gabrielli, Edith, Referente scientifico: Lanz |
anno creazione | 2012 |
anno modifica | 2013 |
latitudine | 45.071707 |
longitudine | 7.678011 |